Omelia (23-01-2022)
don Maurizio Prandi
Ciò che si compie in noi nessuno ce lo può togliere!

Quelli di questa domenica sono testi davvero adatti a celebrare quello che papa Francesco ha istituito nel settembre 2019, cioè la domenica della Parola di Dio!

La prima lettura in particolare ci dice che:

- Quella di Dio è una parola per tutti: uomini, donne e quanti erano capaci di intendere.

- Una parola che viene accolta da ciascuno singolarmente preso ma che vuole radunare un popolo, unirlo, dargli speranza.

- Una parola che commuove.

- Una parola che trasmette la gioia del Signore.

Anche il salmo ha un'espressione che mi piace sottolineare: questa volta sulle parole umane che sono parole che osano raggiungere Dio, che osano la relazione con Lui, parole che possono fare bene a Dio stesso ti siano gradite le parole della mia bocca.


Per quello che riguarda il vangelo, nella condivisione di mercoledì sera ci è piaciuto immaginare Gesù che nella sinagoga riceve il rotolo e prima lo srotola e poi lo riavvolge in un gesto che era riservato all'inserviente, come dire: sono io che apro e chiudo la Scrittura, è attraverso di me che potete entrare, è attraverso di me che potete leggere, è attraverso di me che potete interpretare. Gesù legge, ascolta la Scrittura, lascia che questa parli alla sua vita e alla fine afferma che la Parola di Dio dice di Lui, parla di Lui, racconta Lui. Ci piaceva molto questo e si diceva che siamo chiamati a lasciar lavorare la Parola in noi perché orienti anche la nostra vita verso la sua pienezza e il suo compimento. Dio attraverso la sua Parola si rivela e desidera che quella Parola possa trovare posto in noi, riposare in noi, Dio, attraverso la sua Parola desidera abitare in noi.

Ecco allora che si chiarisce anche il senso di quello che abbiamo ascoltato nei primi quattro versetti del vangelo di oggi che sono anche i primi quattro versetti di tutto il vangelo di Luca circa gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, espressione che si può tradurre anche gli avvenimenti che si sono compiuti IN NOI; non racconta altro il vangelo, non ha altra pretesa se non quella di essere legato intimamente alla vita, alla vita di ciascuno di noi, indipendentemente dal fatto che questi avvenimenti si siano vissuti in prima persona o li abbiamo accolti così come ce li hanno raccontati. Gesù se volete chiarisce ancora meglio parlando di una parola compiuta oggi nei vostri orecchi.
Gesù, nella Scrittura ci racconta di sé, di un Dio misericordioso; se andiamo a prendere la citazione precisa di Isaia che Gesù applica a sè stesso, scopriamo che non fa copia e incolla ma copia, incolla e anche taglia! Taglia via tutta la parte che riguarda la vendetta! È giunto il giorno della vendetta. Gesù taglia allora, non lo ripete perché la sua vendetta sono il perdono e la misericordia e raccontando di sé orienta anche noi. Possiamo, dobbiamo raccontarci così dopo aver ascoltato ciò che dà senso alla nostra vita. Gesù per dirci di sé trova un passo della Scrittura, non apre a caso, sa che lì c'è qualcosa di importante, lo cerca, lo trova, lo legge: per questo mi ha consacrato con l'unzione. Consacrare, unire per sempre a Dio diceva Maria Stella, tanto da far dire a Dio tu diventi messaggero di me perché Dio che consacra rende messaggeri di sé (è un qualcosa che ripeto sempre durante i battesimi), ma c'è anche l'unzione, che è il rafforzamento di quella unione.


Qui provo a fare un passo che mi viene suggerito da un lato dalla condivisione sul vangelo e dall'altro dal cammino che proporremo agli adolescenti che si preparano alla Cresima, a ricevere quindi quell'unzione. Mi piace tanto pensare a questa unione con Dio che è per sempre! Certo ci possiamo allontanare da Lui, si può affievolire il rapporto, la relazione o questa relazione può essere minacciata dall'esterno (in Albania, negli anni della dittatura se portavi al collo un crocefisso venivi arrestato), ma nessuno ti potrà togliere quello che hai ricevuto. Proveremo dicevo, a fare questo passo anche con gli adolescenti partendo dallo spezzone di un film: le ali della libertà, dove un carcerato, facendo ascoltare un brano di musica classica, spiega questo suo gesto e dice che la musica, anche nel buco dove lo avevano messo per punizione, gli faceva compagnia, perché l'aveva con sé, nella testa e nel cuore e nessuno, dice, può portartela via, la musica serve per non dimenticare che ci sono posti a questo mondo che sono fatti non di pietra e che c'è qualcosa, dentro di te, che nessuno ti può toccare né togliere se tu non vuoi, sto parlando di speranza. Dicevamo questo durante la preparazione dell'incontro: o il vangelo è quella cosa che nessuno ti può portare via, che dà senso e speranza alla tua vita, e se il vangelo non è questo, che cosa è?


Un altro aspetto che ci ha molto colpito è stato quell'oggi che è uno dei temi fondamentali del vangelo di Luca. Oggi si compie per me questa Scrittura, si compie per la mia comunità, allora oggi non posso più aspettare, oggi devo cominciare ad aprire il cuore, a vedere, a fare il primo passo per donare speranza: oggi posso cominciare a cambiare! Collegandomi con quanto dicevo prima, credo che sia questo quello che Luca desidera trasmettere: la vicenda di Gesù, la nascita della chiesa, le prime persecuzioni (Stefano), il vangelo che comincia a diffondersi, sono avvenimenti che non sono solamente successi tra persone, ma qualcosa che è entrato dentro ognuna di quelle persone che li ha vissuti. È un avvenimento accaduto dentro, una parola che è entrata dentro, è il desiderio di raccontare, annunciare, proclamare che cosa questa parola ha provocato nella vita delle persone. C'è un vangelo che oggi rimane in, ci sono parole che oggi rimangono in, ci sono gesti, scelte, domande che oggi rimangono in. E questo vale, credo, ancora oggi per noi, che ci accostiamo a queste pagine che non sono solo parole, ma qualcosa che entra nel nostro profondo ed è capace di suscitare, oggi, emozioni, decisioni, cambi. In ognuno di noi perché, ripeto, ognuno di noi è Teofilo, amico di Dio.


Un ultimo aspetto che toccava Nora durante la condivisione è questo: il compimento arriva per Gesù dopo un percorso fatto di cammini, prove, rifiuti, casa e famiglia, dopo un battesimo ricevuto mescolandosi con una umanità ferita e bisognosa, dopo tentazioni nel deserto che lo hanno messo a contatto con la propria fragilità, dopo quindi aver fatto esperienza della sua umanità! Ecco, proprio per questo cammino Gesù può annunciare un compimento, un compimento che ripeto è nei vostri orecchi: che bello, qualcosa di concreto, qualcosa che è dentro, qualcosa che ascoltato, rimane in noi.

Questo è il volto di Dio che Gesù ci rivela, un volto che man mano si chiarisce, che si compie rimanendo, abitando in noi!