Omelia (20-03-2022)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Es 3,1-8.13-15; Sal 102; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9

La liturgia di questa settima domenica del tempo Ordinario è incentrata sulla carità, concetto molto diverso dal filantropismo, così in auge oggi. La carità non è: non fare agli altri ciò che a te non è gradito. Ma è "Amate i visti nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano". E questo è perché l'amore è una virtù totalizzante, che porta a uscire da se stessi, essere, si potrebbe dire, inglobati e non inglobare. Amare i propri nemici è un concetto molto difficile da masticare, bisogna essere come Davide, che braccato e fuggiasco, trovandosi davanti il nemico addormentato, rinuncia ad trafiggerlo con la sua stessa lancia, Ad Abisai che gli dice: " oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico" Davide risponde " Chi ha messo la mono sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?". C'è da chiederci se Dio è colui che ci mette nelle nostre mani il nemico per annientarlo, oppure perché noi scopriamo e comprendiamo la sua intoccabilità. Se guardiamo le cronache dei giornali odierni ci rendiamo conto della discrepanza che c'è, tra la frase di Davide e il comportamento tra consacrati e consacrate del Signore. Noi siamo invitati a comportarci come si è comportato Davide. Anche se il Vangelo va molto oltre di quanto è scritto sul primo libro di Samuele, infatti ci dice: "A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra". Questo è molto di più che rinunciare alla vendetta: è ringraziare a coloro ci maltrattano. Quindi Cristiano non è colui che non fa del male ad alcuno. ma bensì, colui che fa del bene a coloro che non ne sono degni, ossia ai malvagi. Cristiano è chi, come Cristo sulla croce dice: " Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno."

Che Dio sia carità e amore lo dice anche il Salmo, il quale aggiunge che l'amore, quello vero, porta al perdono, ma non solo. E inoltre, che la grandezza dell'uomo sta nel
concentrare su di sé tutta la lode dell'universo allorché dice: "Benedici il signore anima
mia".

San Paolo nella 1 Cor. ci dice che l'uomo di terra e quello celeste sono collegati da una
strada; strada che ci fa abbandonare il concetto di amare quelli che ci amano, di fare del
bene a quelli ci fanno del bene e di adottare quello di amare i nemici, perdonare, non
giudicare, dare senza calcolo e concedere misericordia senza limiti. questa è la strada che
collega il cielo alla terra. Il grande spazio che collega i due Adamo tra loro.
Col Vangelo dell'odierna liturgia sembra che Cristo Gesù ci spinga a scalare, più che una
montagna, una parete invalicabile, al di là delle possibilità umane, con delle sollecitazioni
folli per farci farci abbandonare la pianura della nostra esistenza piatta e senza senso, per
raggiungere il premio, che è destinato a coloro che si impegnano ad amare i nemici e a far
del bene e prestare senza attendersi che ci venga restituito. Ma quale sarà il premio? sarà
quello di essere considerati figli che non si vergognano di avere un Padre che chiede cose
impossibili e che Egli non si vergogni di loro.


REVISIONE DI VITA

- Come osservare oggi, nella nostra società consumistica la proposta di Gesù?

- Casa vuole dire oggi " essere misericordiosi...come il Padre del cielo?

- Quali sono le nostre speranze dopo aver letto i testi della liturgia odierna?


Marinella ed Efisio di Cagliari