Omelia (06-03-2022)
Missionari della Via


La prima domenica del tempo di Quaresima incontriamo il brano delle tentazioni di Gesù. Ci viene così ricordato che anche noi abbiamo un nemico che ci insidia e tanto più vogliamo veramente "fare deserto" e prendere seri propositi per seguire Cristo, tanto più cerca di metterci "i bastoni tra le ruote".

Gesù ha appena ricevuto il battesimo come "consacrazione" e investitura ufficiale. Inizia dunque la sua missione. Prima di partire per le strade, deve trascorrere un tempo nel deserto, affrontando, come a suo tempo il popolo di Israele, prove e tentazioni, vincendole.
Le tentazioni subite da Gesù riguardano il modo in cui svolgere la sua missione e il suo messianismo e ci offrono criteri preziosi per affrontare le tentazioni quotidiane.

Il tentatore attacca Gesù alla fine dei quaranta giorni, quando ha fame. Non è a caso: come un astuto condottiero militare, attacca l'avversario nel momento in cui sembra più debole e sguarnito.
Il suo primo attacco è mirato al distogliere Gesù dal suo fine, presentandogli come primari i suoi bisogni fisici (la fame), invitandolo a usare "il suo potere" per fini egoistici: «Cambia le pietre in pane e mangia». E non solo, rincara pure la dose dicendo: «se sei figlio di Dio...». Quante volte questa tentazione ci ha ingannati: stai studiando, lavorando, maturando qualcosa di serio? Stacca, pensa a divertirti un po'... Usa, prendi, esagera, tanto che fa... Manipola la realtà a tuo uso e consumo. Se una cosa ti va, falla, tanto... Non è forse quello che sta accadendo anche oggi? In (buona) parte della società, si cerca su tutto la verità della persona umana, dell'educazione, o si cerca di "spostare ideologicamente" le persone da una parte e dall'altra? Si cerca la verità o il vantaggio (di pochi)?

La seconda tentazione verte sul potere. Il diavolo offre un potere sui regni di questo mondo ad un prezzo: adorarlo. Il potere mondano ha un prezzo: adorare il male, prostrandosi alle sue logiche egocentriche e menzognere, voltando le spalle alla verità. Se ciò che conta è il mio potere egoistico, da esercitare predominando sugli altri e a discapito

degli altri, non guarderò in faccia a nessuno, non mi chiederò cosa è davvero bene, non mi lascerò profondamente mettere in discussione. Vuoi questo potere? Eccolo, ma ad un prezzo: che rinunci ad essere veramente te stesso, quell'originale meraviglioso che Dio ha sognato, preferendo morire da fotocopia! (cf B. Carlo Acutis).

Infine, la terza tentazione verte sulla visibilità e sul rapporto distorto con Dio. Il diavolo insinua: fa' che tutti ti acclamino e "piega" Dio a fare quel che vuoi tu. Tanto sei suo figlio! Non siamo più noi a seguire Dio, ma Dio deve seguire noi, come se fossimo il centro della realtà. Tutto dev'essere come dico io, come voglio io, tutto deve andare come ho progettato io e Dio deve solo benedire le mie iniziative. Risultato? Vivere da schiavi, schiavi del proprio "io"; schiavi che schiavizzano gli altri, ridotti a meteore del proprio "ego planetario".

Quali sono le risposte di Gesù? Brevi e intense: sono versetti della parola di Dio. Nostro Signore non dialoga con il tentatore e taglia corto. Con la tentazione non c'è da dialogare! Tra l'altro è troppo poco, troppo banale quel che propone. C'è un cibo migliore del piacere arraffato, che si chiama "volontà di Dio". C'è uno solo che va adorato, capace di salvare e trasfigurare la vita; c'è uno solo a cui vale la pena obbedire, nell'obbedienza del quale c'è vera libertà: Dio!

Chiediamo al Signore la grazia e la forza di riconoscere le tentazioni nella nostra vita e di saperci opporre con fermezza, trasformando così l'opera del tentatore in occasioni di maturazione!