Omelia (09-03-2022)
don Domenico Bruno
Il nostro audio quotidiano

Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».

*
Nella fede o c'è un movimento di salita, di ascesi, o non si sta procedendo.
Il Signore dice ai suoi che devono salire a Gerusalemme, la città santa, dove fare esperienza di Dio.

L'esperienza alta e profonda con Dio ci permette di accogliere quelle flagellazioni, quei momenti difficili, che sempre ci saranno nella vita di ogni ognuno. La differenza non sta nella situazione che ciascuno vive, ma il modo con il quale la vive.

C'è chi vive le situazioni affidandosi a se stesso e sperimentando il fallimento, e c'è chi le vive risignificandole con la fede e cercando la volontà di Dio in esse.
Il Signore non ci manda le situazioni, ma ci manda lo Spirito per viverle da figli di Dio.
Allora dovremmo imparare che è questa la giusta richiesta da fare nelle nostre preghiere, piuttosto che chiedere raccomandazioni...

Chi è già figlio di Dio, ha proprio bisogno di raccomandarsi al Padre? Può un padre dimenticarsi di un figlio?

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