Omelia (19-11-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Dio non è Dio dei morti ma dei viventi, perché tutti vivono per lui. Come vivere questa Parola? Questa solare affermazione è di Gesù che, in tal modo, chiude la bocca ai Sadducei: una setta ebraica che negava la resurrezione dei morti. L'obiezione era stata posta da loro, sottintendendo la legge del levirato per cui era risaputo che la vedova doveva sposare il fratello del marito defunto. Ma l'argomentare sulla vedova sopravvissuta a ben set-te mariti, quel chiedere di chi sarà la donna nella risurrezione ultima è intriso di acre ironia! E proprio in questo contesto è forte quel proclamare da parte di Gesù, che nell'economia della resurrezione, tutto sarà diverso, anche il rapporto uomo e donna che, quaggiù, ha il suo perno significativo nella complementarietà del sesso. Vale la pena di riflettere. L'essere "come angeli di Dio" nella vita eterna esprime il superamento di quella dialettica tra corpo e spirito che è la connotazione a anche la fatica del nostro essere uomini e donne quaggiù. Tutto questo sarà superato in una perfetta armonia senza scosse e turbamenti. Ma bisogna che fin d'ora noi viviamo da "figli della resurrezione", non della morte, come, a volte, noi cristiani diamo a vedere. Figli della risurrezione – dice Gesù – significa essere contemporaneamente figli di Dio: un Dio che – è ancora lui a proclamarlo – non è "Dio dei morti ma dei viventi". A ben pensarci è entusiasmante, e si colora di quella speranza teologale che ha tanto bisogno di essere coltivata, in questo tempo, nel cuore di chi si dice cristiano. Però questa "coltivazione" implica l'impegno a non lasciare sedimentare in noi segni di morte. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito di entrare nella mia identità di figlio della resurrezione e quindi di assaporare e diffondere quel "gusto della vita" che è "vita nuova" in Cristo Gesù.: Signore, che sei risorto dai morti perché fossimo con te conrisorti in speranza, dacci di aprirci a pensieri e sentimenti di pace, di progresso nella bontà, nella gentilezza, nella promozione di chi ci sta accanto perché gustiamo la vita in te che sei la Vita e la Resurrezione. La voce di un Padre della Chiesa Si semina il frumento, se piace, o qualsiasi genere di semi. Appena cade, come se morisse, va in putrefazione ed è inutile al nutrimento. Ma quello putrefatto risorge verdeggiante e caduto piccolo risorge bellissimo. Il frumento è fatto per noi. Per il nostro uso il frumento e i semi sono fatti, non per se stessi. Quelle cose che per noi sono state create, morte rivivono, e noi, motivo per i quali esse vivono, morti non risorgeremo? Cirillo di Gerusalemme |