Omelia (22-11-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Luca 19,41-42 Dalla liturgia del giorno Quando Gesù fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi». Lc 19,41-42 Come vivere questa Parola? Gesù è giunto ormai a Gerusalemme dopo un lungo itinerario che aveva come meta la città santa, dove sa che lo uccideranno. Sa pure che la città sarà distrutta e che nulla resterà degli splendori del tempio che i suoi contemporanei credono sia l'unico luogo dove poter dar gloria a Dio. E, dentro una profonda emozione del suo umanissimo dolore, Gesù è cosciente che la sua persona, se fosse stata riconosciuta per quello che è (il Messia promesso dai profeti, il Figlio di Dio!), avrebbe costituito l'ultima e definitiva visita di Dio, sostanzialmente la salvezza. Gesù piange sulla sua città perché non ha saputo riconoscere "la via della pace". E c'è tanto dolore in quel suo profetizzare "abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra". Chi infatti non persegue le vie della giustizia non si accorge delle visite di Dio alla storia e non riesce a capire quali sono le vere vie della pace. Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzo Gesù e il suo umanissimo pianto sulla Gerusalemme di oggi attanagliata da guerre e violenze e sulle altre situazioni che innescano sempre più guerre. E poiché ognuno, nel tessuto della società, fa entrare tossine di violenza o antitossine di pace profonda a seconda di come vive a cominciare dal proprio cuore, prego così: Dammi la tua pace, Signore, perché visitato/a da te, io viva in pace con tutti, per quello che dipende da me. La voce di un anonimo del XX secolo Solo se avrai "sale" di sapienza nella tua mente e nelle tue parole, avrai pace al banchetto della vita . |