Omelia (20-03-2022)
Omelie.org (bambini)


Buongiorno ragazzi e buona domenica!
Il Salmo Responsoriale di quest'oggi è davvero ricco di spunti per la nostra riflessione. Il suo ritornello lo abbiamo ripetuto per ben 5 volte... dovrebbe esserci entrato nella mente... chi lo ricorda?
Il Signore ha pietà del suo popolo.
Questa espressione ci porta all'inizio di ogni celebrazione eucaristica dove ci rivolgiamo a Dio chiedendogli perdono. Diciamo infatti "Kyrie eleison" per tre volte. Queste due parole greche significano: Signore pietà.
Ma cosa chiediamo al Signore con questa espressione?
Gli chiediamo non solo di perdonare i nostri peccati, ma di volgere su di noi il suo sguardo. Perché lo sguardo di Dio è uno sguardo di vita. Pensate che la Bibbia ci dice che anche il deserto fiorisce quando Dio lo guarda. Maria, la mamma di Gesù, nel canto del Magnificat, afferma che la sua vita è cambiata proprio grazie allo sguardo di Dio su di lei: "Ha guardato la mia povertà". Lo sguardo di Dio è uno sguardo che custodisce, che protegge. Non capita anche a voi di sentirvi contenti quando la mamma e il papà vi guardano con amore?
Il Salmo di oggi ci dice tutte le cose che Dio fa per noi. Il suo è infatti uno sguardo che scaturisce da un grande amore verso ciascuno di noi.
Proviamo a vedere insieme queste azioni. Notate che il salmista usa i verbi in seconda persona perché vuole farci capire che tutte queste cose, il Signore le compie per ciascuno di noi personalmente.
Infatti lui non ci ama in gruppo e non ci ama neppure per categorie, ma ognuno di noi è davanti al suo cuore come se fosse l'unica persona sulla faccia della terra.
Ed ecco allora l'opera di Dio: Perdona, guarisce le tue malattie. Quando si parla di malattie nella Bibbia, non si parla tanto di infermità fisiche, ma delle malattie del nostro "cuore", del male che ci portiamo dentro a causa dell'egoismo, delle nostre chiusure nei confronti degli altri, delle pigrizie, come quella di non darsi da fare se c'è bisogno di aiutare la mamma o i fratellini più piccoli. Tutte chiusure a fare il bene.
"Vi darò un cuore nuovo" dice il Signore. È una espressione molto bella usata da Dio. Quando noi non sappiamo amare, il Signore dice che abbiamo un cuore vecchio, anche se siamo giovani, un cuore duro come la pietra. Una pietra, un sasso non si rompe facilmente. Allora il Signore ci dice: se tu vuoi, io sono disposto a darti un cuore nuovo capace di amare, di essere generoso, attento agli altri. "Vi darò un cuore nuovo" è uno dei canti che si fanno spesso durante il tempo di Quaresima, non è vero?
Ecco allora il male che il Signore ci aiuta a guarire, se noi glielo chiediamo, donandoci un cuore capace di accogliere e donare amore senza alcuna esclusione.
L'altra azione che compie il Signore su coloro che credono in lui è: salva dalla fossa la tua vita. Non si parla qui di un burrone qualunque, ma della morte che è un passaggio obbligato.
Proprio come il parto per la nascita di un bimbo, la morte è il parto necessario verso la vita. Dice Gesù che questa "fossa" sarà solo apparente, perché chi crede in lui non morirà mai, vivrà per sempre.
Egli infatti circonda la nostra vita con la bontà e con la misericordia, cioè con atteggiamenti di protezione che indicano la cura che ha verso ciascuno di noi.
Il Signore davvero sa compiere cose giuste, sa difendere i diritti di tutte le persone povere e oppresse. Un esempio chiaro ci viene dalla Prima Lettura di oggi. Ve la ricordate?
Il Signore chiama Mosè presso il roveto ardente e lo invia, a nome suo, a liberare il popolo schiavo in Egitto. Non solo - dice il salmista - libera il popolo israelita dalla schiavitù, ma insegna a Mosè le sue vie. E quali sono le sue vie? Sono le dieci Parole di libertà (quelle che noi chiamiamo dieci comandamenti) perché il popolo, mettendo in pratica queste parole, continui a rimanere libero.
Dio compie cose giuste, difende i diritti di tutte le persone povere e oppresse, ma per farlo ha bisogno di noi, come di Mosè. Vuole avere bisogno di me e di te per compiere la sua opera di difesa verso chi non conta.
Anche tra i banchi di scuola ci sono bambini meno fortunati, che non hanno amici. Accoglierli significa essere coloro che aiutano il Signore a realizzare la sua opera.
L'amore di Dio è davvero grande, immenso e il salmista lo dice proprio chiaramente. Infatti, per parlare di questa immensità, usa un termine di paragone davvero bello: afferma che la bontà, la misericordia di Dio è così enorme che può essere paragonata alla distanza tra Cielo e terra. Avete mai provato a vedere dove finisce il cielo? Io quando ho viaggiato in aereo mi sono resa conto che il cielo è grande, alto, altissimo. Che l'universo intero è circondato dal cielo, dall'amore immenso di Dio.
Ecco perché il salmista ci invita a benedirlo con tutta la nostra vita. Benedire significa "dire bene" di Dio, parlare bene di lui. Di una persona a cui vogliamo bene parliamo con gioia, raccontiamo le cose belle che facciamo insieme. Anche con il Signore deve essere così.
Voglio concludere questa nostra riflessione considerando la parabola che abbiamo ascoltato nella seconda parte del Vangelo. C'è un fico che il Padrone pianta e affida al Contadino perché si prenda cura di questo albero. E il contadino fa tutto, proprio tutto ciò che è necessario perché questo fico possa fruttificare.
Eppure la pianta continua ad essere sterile, improduttiva. Tutta la cura, l'acqua, il concime, non le servono per produrre frutto.
Che peccato! Questa pianta è l'immagine di tutti noi.
Dio, nella sua opera di creazione, ha un bel progetto: che tutto porti frutto, si moltiplichi. Non solo le piante, gli animali, ma la vita dell'uomo deve portare frutto. Come dire che il bene e il bello devono ingrandirsi, devono espandersi. Ma cosa vuol dire per un ragazzo come voi? Significa che bisogna darsi da fare.
Riconoscere che ci è dato tanto perché possiamo fare frutti buoni di generosità, di bene, di cura dell'altro, di perdono, di gioia, di accoglienza, di pace. Sono proprio questi atteggiamenti, queste azioni che dimostrano che, quanto il Signore ci dona, non è messo dentro un cassetto, ma a servizio degli altri, in famiglia, a scuola, in palestra, con gli amici. Portare frutti buoni allora è l'impegno che ci prendiamo questa settimana.
Buona domenica!
Commento a cura di Piera Cori