Omelia (29-11-2001)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.

Come vivere questa Parola?
E' l'annuncio escatologico della venuta di Dio sulla terra, fine della storia degli uomini, preannunciata dal profeta Daniele (Dn 7,13-14). Passa la scena di questo mondo: l'esistenza dei mortali è come quella dell'erba dei campi, nasce al mattino e alla sera dissecca. Come vivere questa nostra verità? Come vivere l'attesa della nostra morte, nell'incertezza del quando, ma nella certezza che essa, prima o poi, avverrà? "Gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere" (V.26): l'attesa si fa angoscia, paura della morte. Chi non ha provato un simile sentimento? Ma quello che è più importante è che dalla paura della morte nasce ogni peccato, ogni male: l'egoismo, il desiderio di possesso... sono tutti modi per affermare se stessi, conseguenti alla consapevolezza che ho, l'esistenza invece inesorabilmente sfugge via, non ci appartiene. "Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" (v 28): l'attesa si fa gioioso cammino, desiderio di giungere alla meta agognata. L'esistenza diventa esodo ("alzatevi" e "liberazione" sono espressioni che ricordano l'esodo dall'Egitto) verso la terra promessa: verso la vita eterna con Dio. La morte non è più la fine di tutto, il nulla, ma al contrario è l'inizio, l'abbraccio dello Sposo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, guarderò al tempo che passa, alla morte che si avvicina, al tic tac dell'orologio: in esso riconoscerò il rumore dei passi dello Sposo che mi viene incontro, vivrò l'oggi, questo tempo presente, come preparazione festosa e laboriosa al giorno delle nozze eterne.

La voce di un gesuita dei nostri giorni
La vita è come scalare una montagna. Se so che sulla cima mi attende una festa preparata per me, potrò vivere la fatica dell'ascesa con gioia e speranza.
Filippo Clerici