Omelia (08-12-2005) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Il vero protagonista di oggi Anche da parte del sottoscritto, nella lietissima circostanza della Solennità presente vi è sempre stata l'immediata tendenza a puntare gli occhi direttamente sulla Vergine Maria per esaltarne le doti e le virtù. Eppure, per quanto Ella possa essere meritoria di elogi e di riconoscimenti da parte nostra, occorre tener presente che la vera scaturigine di tutti i culti e le venerazioni mariane non altri che Dio. Così del resto affermava la stessa Maria: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome"; e se pure previde che sarebbe diventata oggetto di culto per i secoli a venire (D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata") non omise mai di attribuire i merito della sua esaltazione a nessun altro se non al Signore e all'amore con cui Questi rendeva lei stessa e l'intera umanità oggetto di redenzione e di salvezza. Principale protagonista di ogni assunto sull'Immacolata Concezione è infatti l'amore di Dio Padre, che nella sua volontà di raggiungere l'uomo per riscattarlo dalla schiavitù del peccato si autoconsegna alle precarietà della carne e della materia corrotta diventando uomo egli stesso nella persona del suo Figlio Gesù Cristo. Questi è il Messia, il salvatore promesso de annunciato dai Profeti che soddisfa le attese del popolo di Israele e che in tal senso diviene la Parola di Dio (Il Verbo) che si rende carne in virtù dello Spirito Santo ai fini di coabitare con gli uomini per vivere da uomo in mezzo a loro, ma per realizzare tale progetto di incarnazione non può che scegliere un grembo incorrotto, proporzionato alle sue prerogative di perfezione e di divinità. Ed è qui che entra in gioco Maria. Ella viene prescelta per essere il "luogo" in cui Dio si rende uomo, il "canale" di comunicazione nel quale il divino diviene umano nella carne di un Bambino per poi da uomo entrare nella storia ai fini di redimerci condurci alla salvezza; a tale scopo tale grembo viene preservato fin dall'eternità dalla nefandezza che accomuna tutti gli uomini in quanto tali, ossia dalla condizione congenita di peccaminosità che ci caratterizza, insomma dal peccato originale: come potrebbe ospitare Dio che si fa' uomo un ventre usurpato dalla sia pur minima ecchimosi di imperfezione? Dio in Cristo condividerà in tutto la nostra umanità, ma sarà ben lungi dall'avere affezione o attinenza al peccato; ora come potrebbe, Lui somma delle perfezioni, contaminare se stesso in un corpo materno imperfetto? E' necessario quindi che il grembo di Maria debba essere stato preservato da ogni forma di malessere morale e se è vero che (specialmente nel comune sentire veterotestamentario) qualsiasi fenomeno sessuale comportava peccaminosità, si giustifica il fatto che Maria sia anche Vergine prima, durante e dopo il parto: vergine perché esentata da qualsivoglia atto sessuale voluto. Ci viene incontro nella comprensione di tutte queste idee il termine "piena di grazia", la cui radice greca (checaritomène) ha fatto molto discutere e tuttavia è emblematica: essa significa "privilegiata", ossia "colei che è stata resa ed è tuttora oggetto della grazia divina", di quello speciale intervento con cui Dio interviene nella sua persona per attuare i suoi piani di salvezza, come anche l'espressione "benedetta tu fra le donne", che qualifica questa giovane fanciulla con alcune connotazioni in più rispetto agli altri soggetti di sesso femminile. Certo, Maria quale creatura umana non sarà mai esente dalla possibilità di peccare né sarà priva da tentazioni, comunque in forza della stessa grazia divina ottempererà sempre ad una condotta secondo il volere di Dio. Anche lei come creatura umana, seppure Immacolata, è stata redenta ma non già di una redenzione conseguente al peccato bensì di una redenzione "previa", cioè in quanto concepita dopo essere stata preservata dal peccato originale. Ma prescindendo da tutte le riflessioni appena esposte, torniamo al punto da cui eravamo partiti: non è Maria l'effettivo leitmotiv di anta pompa magna in questa Solennità odierna, bensì l'amore di Dio. Lo stesso amore che per essere favorevole agli uomini non conosce ostacoli né restrizione e al quale ogni cosa è possibile, anche operare una gravidanza al di fuori di relazioni sessuali così come annunciava l'angelo ("Nulla è impossibile a Dio") per tranquillizzare codesta fanciulla che si stupiva di dover diventar madre nonostante il proposito di restare vergine probabilmente per un voto fatto in precedenza e si domandava attraverso quali modalità questo avvenimento si sarebbe verificato: "Com'è possibile? Non conosco uomo" L'amore di Dio è superiore alle nostre attese e prescinde dai canoni con cui noi siamo soliti osservare l'andamento delle cose e darne una spiegazione poiché è un amore che in vista dell'uomo si avvale di onnipotenza e di grandezza e per il quale – appunto- nulla è impossibile, neppure quello che noi riteniamo comunemente tale. Ed è in forza di questo amore di Dio che a noi ci è dato di venerare Maria come Immacolata nella solennità dei nostri culti, soprattutto a motivo del fatto che in già in Lei Vergine Tutta Santa egli ci chiama a sé non già attraverso moniti o digressioni incomprensibili ma semplicemente attraverso un concreto modello di vita valido per tutti i tempi: l'immacolatezza di Maria sprona anche noi ad emulare le virtù di chi aspira con successo ad essere illibato nel fisico e nelle intenzioni e al contempo ci offre un modello di perfezione nella più assoluta delle concretezze. Maria Immacolata suggerisce infatti all'uomo di oggi perseveranza nella prova, fermezza e costanza nelle vicissitudini in negativo, coraggio e slancio nelle nostre iniziative volte al bene, intraprendenza e creatività nel donarci agli altri e nel vivere in pienezza la vita di tutti i giorni, come anche lo spirito di fiducia necessario per sottometterci a Dio senza riserve nella certezza che tale sottomissione è sinonimo di libertà nell'intrapresa dei nostri progetti che non vengono affatto smentiti ma piuttosto incoraggiati. Tutto questo lo si riscontra osservando attentamente ogni singolo episodio della vita di Maria Immacolata, i cui eventi non possono non incoraggiarci nell'emulazione di questa donna semplice, umile e sottomessa e al contempo decisa e radicata nell'essere Madre improvvisa del Salvatore con tutte le conseguenze che tale scelta avrebbe comportato. NB: Nella home page del gruppo pn-padregianfranco vi è presente una chat. Chi volesse incontrarmi lì, può accedervi dalle 22.30 ogni sera |