Omelia (08-05-2022) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su At 13,14.43-52; Sal 99; Ap 7,9.14-17; Gv 10,27-30 Le parole del brano del Vangelo riassumono e chiarificano efficacemente tutto l'insieme delle letture di questa domenica: "Le pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono" L'ascolto della voce di Gesù e la sequela del suo stile di vita è ciò che ci rende credenti e suoi seguaci Significativo è l'atteggiamento e l'operato dei Giudei ai quali per primi gli apostoli annunciano il Vangelo di Gesù rispettando l'idea del primato in virtù dell'alleanza antica di Dio con i Padri della tradizione, alleanza creduta unica riducendo Dio quasi ad una proprietà gelosa e si direbbe anche in contrasto con l'idea di Dio "infinito" . La consapevolezza e l'orgoglio di essere la "nazione eletta" li rende chiusi a ogni cambiamento, sordi all'annuncio di Gesù, uomo laico e non tra gli "eletti servitori del tempio"; uomo libero che non soggiace alla legge acriticamente ma ascolta soprattutto il cuore della gente che incontra in qualunque situazione essi si trovano e vede la loro fede in lui aldilà delle divisioni (israeliti o pagani), aldilà dei confini( samaritani, gente di Tiro e di Sidone), aldilà dello status sociale ( centurione, pubblicano, prostituta...). Spesso coloro che frequentano più assiduamente il tempio, allora come adesso, seguendo con diligenza la liturgia e le regole tradizionali ma in fondo sentendo Dio lontano e avulso dalla loro vita, rimangono prigionieri della ritualità e rigettano ogni novità che li scuota dal tranquillo tran tran delle pie pratiche. Spesso costoro vivono in modo schizofrenico la loro religiosità: dentro al tempio con genuflessioni, litanie, gesti rituali; fuori dal tempio come se Dio fosse rimasto la dentro fino al prossimo giorno a lui dedicato e non potesse dirci nulla nella quotidianità. Gesù conosceva il tempio e i suoi riti ma quasi sempre pregava ovunque si trovasse per attingere forza e camminare ogni giorno ( sabato compreso!) accanto agli uomini in carne ed ossa e guardare e vedere i loro bisogni, le loro fatiche, i loro dolori, per lasciarsi avvicinare da chi con fede ed umiltà chiedeva il suo aiuto e si affidava a Lui come appunto le pecore si affidano al loro pastore e seguono la sua voce tranquille perché sanno che Lui le conosce. Gli Apostoli ancora legati alla tradizione si rivolgono per primi ai Giudei e soprattutto a quelli che pensavano più pronti ad accogliere l'annuncio ma essi "ricolmi di gelosia" pavidamente "sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città" per perseguitare e cacciare Paolo e Barnaba: Il privilegio di essere Uomini del Tempio (della Chiesa giusta!?), forse sicuri di essere già salvi per rango o per etichetta, spesso oscura l'animo e provoca il peccato di superbia che chiude il cuore e la mente ad una Parola Nuova, all'Annuncio che viene dai semplici e dagli umili, ci rende incapaci di riconoscere che lo Spirito di Dio può parlare là dove meno ce lo aspettiamo e che tocca a noi avere mente e cuore aperti per davvero essere persone di fede cioè di fiducia in Dio e non in noi stessi. I pagani liberi dalla tradizione legalista, consci della povertà di essere semplici creature e non "eletti" hanno il cuore più aperto e accettano quella Parola liberatrice, non hanno nulla da perdere, non hanno onore da salvare e sono "umili di cuore" condizione indicata da Gesù come una beatitudine!
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