Omelia (01-05-2022) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Senza di lui non si pesca Era la terza volta che Gesù appariva ai suoi discepoli dopo essere resuscitato e questa volta lo faceva immedesimandosi in una comunissima giornata, anzi nottata lavorativa che li aveva interessati. Da buoni pescatori professionisti quali certamente dovevano essere in una terra dove la pesca era la risorsa più comune, Pietro e gli altri avevano gettato le reti fra i flutti marini, aspettando che si riempissero col favore delle tenebre. Nelle ore notturne i pesci tendono sempre a spostarsi verso riva, quindi gettando le reti fra i flutti al ritirarle il risultato non poteva essere che confortevole. Eppure, trascorsa l'intera nottata, le reti non producono nulla e il loro sacrificio sembra essere infruttuoso. Quando questo personaggio sconosciuto compare loro davanti sulla riva chiedendo se avessero qualcosa da mangiare, gli lamentano l'infruttuosità del loro lavoro. Quello indica loro il punto in cui devono nuovamente gettare la rete, e quando loro seguono le sue indicazioni il mare si rende loro immediatamente benefico e proficuo: non riescono più a ritirare la rete sull'imbarcazione, tanto questa ora è piena di pesci di varia grandezza. Solo a quel punto riconoscono che quel losco figuro è Gesù, che si era già manifestato loro dopo la sua resurrezione e adesso li aiuta nel loro lavoro, e non soltanto: si adopera sulla riva con la brace, prepara da mangiare per i suoi, si dispone a servirli. Riconoscono quindi non soltanto che è il Signore, ma che è colui che è venuto non per essere servito ma per servire. Il Vangelo di Giovanni rispetto alle altre redazioni ha un contenuto fortemente teologico e allusivo. Quella pesca prima deludente e prosperosa dopo l'intervento di Gesù ha un significato precipuo: senza la presenza del Risorto qualsiasi tentativo di provvista marina è impossibile, così come è impossibile diventare "pescatori di uomini"(Lc 5, 1 - 11) diffondendo il messaggio di salvezza a tutto il mondo, così come Gesù stesso chiederà ai suoi. Presente Gesù in mezzo ai suoi, invece, qualsiasi missione apporterà i suoi frutti e la rete (cioè la Chiesa) resterà sempre illesa e si arricchirà sempre più di nuovi fratelli tratti alla salvezza. 153 grossi pesci secondo gli esegeti indica la perfezione universale e il perfetto adempimento di un'opera. Vuole indicare l'universalità dei popoli e delle nazioni che, per opera di Gesù nel ministero degli apostoli, saranno coinvolte nell'annuncio evangelico: in sintesi con Gesù presente in mezzo a loro sebbene non visibile, gli apostoli vedranno disporsi al loro seguito popoli di ogni etnia, nazione e provenienza. La Chiesa, istituzione di salvezza voluta dallo stesso Cristo, la quale si fonda sugli apostoli, non crollerà nonostante le sue crisi e le sue peccaminosità umane. Pietro che si getta in mare non appena riconosce in quell'individuo il suo Signore, per poi nuotare fra le onde e dare aiuto ai suoi fratelli pescatori è lo stesso Pietro a cui Gesù aveva conferito il mandato di essere "cefa", pietra (Gv 1, 42), fondamento sul quale si sarebbe edificato l'edificio spirituale di Dio. Si tuffa per mettersi al servizio del Signore e degli altri apostoli nella pesca universale, per essere lui per primo a premurarsi che l'opera di salvezza si realizzi convenientemente e che dalla rete della Chiesa i "pesci" arrivino allo stesso Cristo e da Questi alla gioia e alla salvezza definitiva. Dopo, per mezzo della triplice domanda, Gesù avrà la certezza che Pietro gli vuole bene in modo singolare e straordinario. Letteralmente infatti la domanda è: Pietro, mi vuoi bene in modo straordinario, eroico, superlativo? E allora occupati di essere guida delle mie pecorelle. Gesù non abbandona nessuno mentre ciascuno si adopera per lavorare nel suo nome e per diffondere il suo lieto messaggio. Anche se sarà invisibile ai sensi, lo si potrà percepire presente in ogni iniziativa missionaria e in qualsiasi evento che riguardi l'edificazione del popolo di Dio e gli apostoli saranno portatori instancabili della sua presenza verso tutti. Gesù però resta sempre in mezzo a tutti non soltanto come il Maestro dal quale dipende il successo di ogni attività, ma anche come colui che serve (Lc 22, 27) e che qualifica prima di ogni cosa il nostro quotidiano. Gesù ci sostiene nelle vicende comuni di tutti i giorni, entra nella vita domestica prima ancora che in quella professionale e non è mai banale o assurdo fare riferimento a lui anche nelle piccole situazioni apparentemente insignificanti. Il fatto che Gesù prepara pane e pesce così come lo aveva moltiplicato per tantissima gente per indicare che lui solo è il pane vivo disceso dal cielo (Gv 6); che lui si adoperi a cuocere, ad arrostire, a servire in tavola suggerisce che la sua presenza vada riconosciuta anche negli ambiti comuni come andare al mercato o dal dentista o in farmacia: Gesù è sempre attuale in ogni minima situazione e proprio nelle piccole occasioni va riconosciuta la sua presenza. Presenza di Risorto che vive per sempre e non muore più. |