Omelia (01-05-2022) |
Missionari della Via |
Oggi, terza domenica di maggio, abbiamo nel Vangelo questo evento di pesca miracolosa. Gli apostoli, dopo la morte di Gesù, scoraggiati, sicuramente delusi per le loro tante aspettative non realizzate, ritornano al loro vecchio lavoro: pescare. Ritornano alla loro vecchia vita di prima, ma anche questa volta, come al momento della loro chiamata, le loro reti sono vuote, la loro vita è vuota. Tante volte anche noi facciamo e rifacciamo cose che non portano a nulla, andiamo con il nostro vecchio modo di agire, senza comprendere che quando la nostra vita è vuota, spenta, siamo chiamati ad operare un cambiamento. Non possiamo pensare di trovare la pace, il senso della vita facendo le stesse identiche cose di prima: sarebbe segno di pazzia! Qui è l'esperienza che fa Pietro con i suoi: per pescare deve fare diversamente da come ha sempre fatto. Uno sconosciuto lo invita a gettare le reti dalla parte destra, cosa non usuale, anzi alquanto strana per dei pescatori. Ma egli si fida, forse perché non ha altra soluzione, ma si fida, fa quello che gli viene detto. Ecco, Pietro, in modo graduale, è chiamato a lasciare il suo vecchio modo di pensare e agire per poter riconoscere nuovamente il Signore. Questi, infatti, non si lascia ingabbiare da nessuno schema, Egli è sempre oltre, sempre avanti a noi, e noi siamo chiamati a fidarci di Lui anche quando agisce in modo per noi incomprensibile, anche quando ci dice cose diverse da quelle che vogliamo sentirci dire. Quanti e quante volte vogliamo che Dio si pieghi ai nostri desideri, al nostro modo di pensare, ma così Gesù rimarrebbe uno sconosciuto, come lo è stato per Pietro fino al momento in cui ha deciso nuovamente di ascoltarlo, di mettersi nuovamente in gioco.
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