Omelia (15-05-2022) |
padre Paul Devreux |
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo] Parliamone di Giuda. E' uno che ha lasciato tutto per seguire Gesù, è stato nominato economo della comunità e, insieme agli altri è andato a predicare il regno di Dio con entusiasmo; regno di pace e di giustizia. Ma per lui era scontato che per riuscirci bisognava andare a Gerusalemme per prendere il potere con la forza e poi cacciare i romani. Quando Gesù a cominciato a parlare della sua morte a Gerusalemme, Giuda è il primo che ha capito che Gesù non avrebbe mai preso il potere. Quando ha constatato che Gesù sfuggiva le occasioni che ha avuto di manipolare la folla per organizzare una rivolta, si è sentito tradito. Ma siccome era una persona seria, non si è accontentato di lasciare il gruppo per tornare a casa deluso. Ha voluto consegnare Gesù all'autorità, perché tutti vedessero che era un inconcludente. Il Vangelo di oggi si svolge nell'ultima cena, e Giuda sta facendo il doppio gioco in attesa del momento propizio per consegnarlo. Forse ha paura di essere smascherato, ed è esattamente quello che succede. Mettiamoci nei suoi panni; Giuda pensa che ora farà la fine del topo. Invece succede l'inaspettato. Gesù, che parla del tradimento, e soffre per non essere riuscito a fare capire a Giuda il suo progetto di mondo nuovo, sta male, anche perché è preoccupato per Giuda; ma invece di arrabbiarsi, gli tende la mano, dandogli l'opportunità di uscire, senza che gli altri gli saltino addosso. Primo grande segno della sua passione per l'uomo.
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