Omelia (22-11-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta».

Come vivere questa Parola?
Il tempio di Gerusalemme, ai tempi di Gesù, era un edificio d'imponenza e bellezza eccezionali. Poteva sembrare la realtà più adatta a sfidare i secoli. Proprio mentre alcuni ne vantavano la preziosità, Gesù profe-tizza che di esso non resterà nulla che non venga distrutto. È una parola sferzante. E può perfino suonare provocatoria, oltre che impopolare! Ma Gesù sta educando i credenti a discernere quello che dura in eterno come la sua Parola, il suo esserci, la fedeltà del suo amore e ciò che, pur bello e buono, ha in sé semi di ca-ducità e di morte. Tutto quello che i nostri occhi vedono quaggiù, tutto quello che le nostre mani palpano è destinato a perire. Anche se bello, incantevole, eccelso. Non c'è nulla che, nel creato e nella storia, non sia preda della morsa del tempo fugace che fa avvizzire il più bel fiore e incanutisce il capo biondo o bruno della più bella ragazza. Nulla, sotto il sole, è immortale? Sì, la mia anima, la tua anima. La nostra parte spirituale è immortale. E quel Gesù che qui parla di distruzione ha anche detto: "Chi crede in me non vedrà la morte in eterno" "Io sono la resurrezione e la vita". Che aggancio c'è tra quella profezia di distruzione e questa di vita che non perisce? L'aggancio sta nella nostra libera scelta. Se scegli ciò che perisce e costruisci su di esso la tua vita, perirai con esso. Se scegli Gesù e il suo vangelo come norma di vita e fonte di vera gioia, non cono-scerai la "seconda morte" che è perdizione, e anche la prima morte non ti sarà amara, ma "sorella".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, guarderò con coraggio a dove appoggio le mie scelte: su quello che passa e perisce o su ciò che è eterno?.

Donami, Signore, un'anima chiara e solare che lascia entrare in me ciò che è eterno e prende le distan-ze da ciò che passa e muore.

La voce di un Dottore della Chiesa
Chi riuscirà a sfuggire alle cose che passano? Chi potrà affidarsi a qualcosa di stabile? Chi acquisterà i beni futuri a prezzo di quelli presenti, le ricchezze eterne in luogo di quelle che svaniscono, le realtà invisibili al posto di quelle materiali? Beato colui il quale, giudicando e distinguendo tutto ciò con l'ausilio della spada del Verbo (la Parola), che separa le cose migliori dalle peggiori, ricerca le cose di lassù. Crocifisso, per il mondo, insieme con Cristo, con Cristo egli risorge per salire al cielo, erede di una vita non più fragile e in-gannevole.
Gregorio di Nazianzo