Omelia (25-05-2022)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Atti 17,32

«Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: «Ti sentiremo su questo un'altra volta».»
Atti 17,32


Come vivere questa Parola?

Noi abbiamo la certezza che Cristo è risorto e questa è la nostra fede, fede che alimenta in noi la speranza nella vita futura, ma il futuro è già qui. Colleghiamo questo versetto all'Inno alla Carità dove si legge in 1 Corinzi 13,7 che la carità "tutto spera". Noi speriamo che quelle persone che sono interiormente morte possano tornare alla vita: risuscitare? Oppure le deridiamo e se qualcuno c'invita a fare qualcosa per loro rispondiamo che abbiamo da fare e ne parleremo un'altra volta? Quante volte il nostro cuore di pietra ci porta ad avere questi atteggiamenti? Grazie a un esame di coscienza possiamo scoprire a chi non diamo speranza e chiedere al Signore che ci dia un cuore di carne (cfr. Ezechiele 11,19) affinché, sotto la guida della Spirito Santo, possiamo aiutare coloro che vivono una morte interiore. Ciò ci evita di pregare per loro con un cuore freddo (di pietra) perché con il cuore di carne, che riceveremo durante la preghiera, adempiremo in pieno al comandamento che Gesù ci ha dato tramite l'evangelista Giovanni "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi" (Gv 13,12).


Signore, aiutami ad amare coloro che hanno perso ogni speranza affinché la tua grazia possa agire in loro.


La voce del Papa

"Lo sguardo di Gesù va oltre i peccati e i pregiudizi; vede la persona con gli occhi di Dio, che non si ferma al male passato, ma intravede il bene futuro".

Dall'Angelus di Papa Francesco del 30 ottobre 2016


Claudio Del Brocco