Commento su Atti 18,4-6
«4Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci. 5Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedonia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. 6Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D'ora in poi me ne andrò dai pagani».
Atti 18,4-6
Come vivere questa Parola?
Da questa breve pericope evidenziamo "discuteva", "cercava di persuadere", "essi si opponevano", "testimoniando" e "andrò dai pagani". Sono situazioni che spesso viviamo quando parliamo di Gesù agli altri, anche a cristiani senza Cristo, senza fede o che la vivono solo come puro formalismo. Cerchiamo tutti gli argomenti razionali per farli incontrare con Gesù Cristo, il risorto, ma facilmente collezioniamo fallimenti. C'è chi si oppone per vari motivi, ma continuiamo imperterriti senza considerare che la nostra testimonianza e il dialogo da soli non possono aprire una breccia nel cuore altrui se non c'è lo Spirito Santo che agisce. Solo nella preghiera di silenzioso ascolto possiamo capire se dobbiamo continuare o se stiamo perdendo tempo, o se dobbiamo avere il coraggio di andare altrove. Ecco che ci viene in aiuto il vivere le prime tre righe della preghiera della semplicità.
Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscerne la differenza.»
La voce del Papa
"Quando la Chiesa perde questo coraggio apostolico, diventa una Chiesa ferma. Ordinata, bella; tutto bello, ma senza fecondità, perché ha perso il coraggio di andare alle periferie, qui dove ci sono tante persone vittime dell'idolatria, della mondanità, del pensiero debole".
Dalla meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae di Papa Francesco mercoledì, 8 maggio 2013
Claudio Del Brocco