Omelia (28-11-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Un popolo non alzerà la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra. Come vivere questa Parola? In un'epoca in cui si vive con il timore di attacchi terroristici e violenze di ogni tipo, giunge quanto mai confortante questa parola del profeta, che prospetta una pace planetaria. Gli stessi strumenti di morte – proclama Daniele - saranno convertiti in attrezzi per procurare all'uomo il necessario sostentamento e i popoli marceranno insieme verso una meta comune: "il monte del Signore". Sembrerebbe un punto di arrivo. In realtà è un'indicazione di rotta. La pace non sarà mai un "frutto spontaneo" e neppure unicamente il risultato di accordi internazionali. Essa è fondamentalmente dono di Dio. È sulla strada che porta a Lui che fiorisce. Ma attenzione! La visione parla di un convergere di popoli. È quindi superato ogni nazionalismo, ogni cultura, ogni ideologia e anche ogni forma di adesione religiosa. L'importante è essere in cammino verso un'unità che non nega le differenze, anzi le assume e valorizza, nella convinzione che ogni steccato è un attentato alla pace e non può essere legittimato neppure da un credo religioso. Un impegno che ci chiama in causa tutti, sia a livello personale che comunitario. Parte dalla mia, dalla tua decisione di eliminare ogni diaframma che impedisca all'altro di "abitare" nel nostro cuore. Matura nei piccoli gesti quotidiani di solidarietà, di attenzione, di ascolto profondo... che intrecciandosi a quelli degli altri ne formano l'ordito e la trama. Ma esplode in pienezza solo quando su di esso discende, fecondatore, lo Spirito Santo, che opera misteriosamente, ma realmente, ovunque si trovi un uomo di buona volontà, magari definito "ateo", ma aperto al bene e quindi a Dio. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito Santo che mi illumini per cogliere e stroncare, fin dal suo nascere, ogni forma di chiusura verso gli altri. In particolare verificherò quanto spazio concedo, nel mio cuore, a chi mi vive accanto. Mi impegnerò, quindi a fare oggetto della mia preghiera e della mia attenzione ogni singolo membro della mia famiglia/comunità, per poi allargare sempre più il raggio. Elimina dal mio cuore, Signore, ogni steccato e ingiusta discriminazione. Rendimi aperto e accogliente verso tutti, senza chiedere la "carta di identità", in modo che anch'io possa contribuire alla causa della pace. La voce di un profeta dei nostri giorni I cristiani non potranno sperare di essere portatori di pace, se non saranno anzitutto gli uomini e le donne di un incontro, quello che si vive nelle veglie delle nostre notti e durante tutti i nostri giorni, con l'uomo per eccellenza, Cristo. Ma non ci si può fermare qui. Nasce subito un'esigenza: l'incontro con l'uomo, anche con colui che non condivide la nostra fede o vi si oppone. Roger Schutz |