Omelia (29-11-2005) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Hai nascosto le cose ai dotti e le hai rivelate agli umili La pericope ci presenta e ci precisa alcuni tratti essenziali del Messia futuro: di essere di ceppo davidico perché Iesse è il padre di Davide; sarà riempito dello spirito profetico, farà regnare tra gli uomini la giustizia, sarà un riflesso terrestre della santità del Signore, ristabilirà la pace paradisiaca nel senso che il lupo dimorerà insieme con l'agnello e la pantera si sdraierà accanto al capretto e via dicendo. Prima l'uomo si ribellato contro Dio a adesso il profeta annunzia che ci sarà una svolta. Benché la rivolta dell'uomo contro Dio aveva spezzato l'armonia tra l'uomo e Dio e tra l'uomo e la natura, ma non solo anche tra l'uomo e l'uomo, l'armonia di prima si ristabilirà con il regno messianico. Se prima i profeti hanno annunziato le guerre, le invasioni, distruzioni, il regno messianico ristabilirà l'equilibrio perché Colui che viene è portatore del perdono, riconcilierà a se tutte le cose, romperà l'inimicizia per una convivenza fraterna senza guerre. La conseguenza della sua venuta è la pace, la fertilità del suolo. La nuova alleanza è una alleanza di pace e di giustizia. Il regno di pace tra gli uomini si estende fino al mondo animale incluso il serpente responsabile del peccato originale. L'era messianica è descritta simbolicamente con un ritorno alla pace paradisiaca. Ciò è avvenuto con la nascita di Gesù come compimento e risposta. In lui troviamo le virtù dei suoi antenati come la saggezza e l'intelligenza di Salomone, la prudenza e la valentia di Davide, la conoscenza e il timore di Dio dei patriarchi e dei profeti come Mosè, Giacobbe e Abramo. Gesù è portatore delle cose nascoste quelle che i profeti hanno annunziato. Hanno desiderato vederle ma non le hanno viste. Per noi è una grazia di vedere queste cose nella persona di Cristo, è lui che le rivela agli uomini. Egli si rivela agli uomini semplici, umili, sono loro che accolgono e comprendono il mistero di Gesù. Che ha gli occhi e vede è beato. Gli occhi e gli orecchi della fede rendono beato colui che crede. Adesso occorre preparare gli occhi e gli orecchi della fede per ascoltare colui che viene, essere disposti ad accoglierlo nell'umiltà con un cuore docile. A Natale, si passa dal pensare al vedere cioè dall'invisibile al visibile, ciò che era nascosto si rivela in un bambino, è in lui il tesoro del mistero del Padre. |