Omelia (08-12-2005)
don Marco Pratesi
Com'è possibile?

Alle parole di Gabriele, che le annunzia la maternità, Maria solleva un'obiezione: io sono vergine.
Non occorre domandarsi, e del resto sarebbe impossibile rispondere con certezza, se Maria in precedenza avesse fatto voto di verginità o meno. Probabilmente questo è uno di quei silenzi del testo evangelico che vanno rispettati. Quello che conta, è che questo elemento, la verginità, costituisce agli occhi di Maria un ostacolo a quanto Gabriele ha annunziato: quanto è umanamente necessario per generare, ella di fatto non ce l'ha. Qui la verginità non è menzionata come un merito, una virtù, ma piuttosto una povertà, un limite, il mancare di quelle condizioni e risorse che rendono possibile la maternità. Come avverrà questa maternità annunciata, come sarà possibile? In fondo la Vergine domanda: che cosa concretamente dovrei fare per divenire madre?
La risposta di Gabriele è: niente! Sarà lo Spirito di Dio ad agire. Poiché questa maternità sarà non soltanto miracolosa, ma unica, e chi nascerà sarà non solo un santo, ma Figlio di Dio.
In questa maternità il ruolo richiesto alla creatura umana, a Maria, è unicamente quello dell'accoglienza, dell'apertura, della fiducia. Ora, questo è, per l'appunto, verginità, povertà. L'immacolatezza di Maria si esprime nel suo essere capace di questo in modo unico: attendere, credere, accogliere, senza ricorrere ai mezzi umani e a quanto la farebbe entrare nella riuscita umana. Poiché ella non è sterile, e potrebbe diventare madre come ogni altra donna. Ma la sua povertà diventa strumento dello Spirito Santo, e solo lo Spirito di Dio è capace di realizzare le promesse di Dio, non l'uomo con le sue risorse, anche buone. A Maria è richiesta questa morte per divenire feconda di una vita che vince la morte. "Quel che nasce dalla carne è carne; quel che nasce dallo Spirito è Spirito" (Gv 3,6).
Siamo sempre tentati di dare molta più importanza a quello che noi facciamo per Dio, ma è ben più importante quello che Dio fa per noi. Poiché "Dio non è servito da mani d'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa" (At 17,25). È piuttosto lui che ci serve. Ma perché possa servirci e agire in noi, è necessario l'atteggiamento di Maria: il silenzio, l'ascolto, l'accoglienza, il lasciarsi fare da Dio.
L'immacolatezza della Vergine si esprime in questa sua capacità di superare ogni ripiegamento su se stessa per guardare unicamente a lui, e di liberare la potenza di Dio mediante la propria piena fiducia e abbandono. Lo esprime bene il Magnificat, nel quale la Vergine volge tutta la sua attenzione non su se stessa, ma su Dio e su quanto ha operato, e opera.
Per noi e per la Chiesa tutta chiediamo al Padre, per l'intercessione della Vergine Immacolata, questo dono di saperci fiduciosamente abbandonare alle mani del Padre, perché operi in noi quanto da sempre ha voluto.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci aiuti ad affidarci alla Parola di Dio, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
In comunione con la pace e l'umiltà di Maria Immacolata, preghiamo come Gesù ci ha insegnato: