Omelia (08-12-2005)
don Romeo Maggioni
Eva e Maria - rito romano e ambrosiano

per il rito mbrosiano Lc 1,26-28

La figura della donna è emblematica nella vicenda umana, per capirne l'avventura e cogliere molto della sua intrinseca condizione esistenziale.
Il dittico Eva-Maria, a fianco del primo e secondo Adamo, descrive bene la storia dell'uomo, vissuto tra grandezza, caduta e rinnovamento. Anche le letture bibliche di oggi la rievocano.
Ancora una volta celebrare i misteri cristiani significa illuminare la vita e trovarne risposte e soluzioni.

1) EVA

Fin da "prima della creazione del mondo" l'uomo è stato "predestinato da Dio ad essere suo figlio adottivo, e quindi erede" (II lett.). Nella pagina della Genesi si parla dell'intimità con cui Dio trattava l'uomo. Conversava con lui "alla brezza del giorno" (3,8). Un grande progetto - unico e incancellabile, iscritto in noi - sta all'origine della nostra esistenza: essere figli di Dio per divenirne eredi. Questo causa nell'uomo aspirazioni altissime, fino "ad essere come Dio" (Gen 3,5). Questo progetto diviene proposta, vocazione. Con la sua libertà ognuno è chiamato a rispondere in un modo positivo.
Ciò che non capita! "Adamo dove sei?". Perché hai rifiutato il mio dono? La vicenda raccontata nella prima lettura è il mistero inspiegabile dell'emancipazione dell'uomo da Dio, il rifiuto del suo dono e della sua amicizia. Solo una mamma davanti al figlio adolescente che si ribella può intuire qualcosa dell'assurdità del peccato! Le conseguenze sono terribili: la morte, la fatica, la violenza e l'egoismo...! "Io porrò inimicizia tra te e la donna"; una lotta tra il bene e il male che passa nel nostro stesso cuore, insidiato dal pesante "calcagno" di satana. Il distacco da Dio crea l'assurdo di una vita stroncata nelle sue più profonde aspirazioni.
Dio non si rassegna. Già in questo racconto v'è la promessa di una salvezza: "Essa ti schiaccerà la testa". Verrà un giorno in cui l'umanità potrà schiacciare il serpente, vincere il male, in quella "stirpe" o discendenza che sarà lo stesso Messia affiancato da Maria. "Protovangelo" di una rinascita o di una nuova creazione. Segue tutto l'Antico Testamento come preparazione, annuncio e speranza, in particolare nel grande filone del messianismo: Dio realizzerà la sua salvezza per mezzo del suo Inviato che risulterà essere il Figlio stesso di Dio fattosi carne. Maria, l'immacolata, rappresenta il primo frutto di questa "restaurazione", di questo mondo salvato.

2) MARIA

Quando l'angelo a Nazaret la saluta, la chiama "kecaritoméne", piena della grazia del Signore. In previsione del gesto redentore del suo Figlio, Maria è preservata fin dal concepimento dall'onda del peccato. Esce dalle mani di Dio creatura intatta come nel disegno originario. Maria segna l'inizio di un ritorno alla purezza antica, quasi un rinnovare la creazione, un ricominciare da capo. Ella è aurora della nuova umanità, salvata per gratuita opera di Dio. E' nuova semplicemente perché riportata alla sua autenticità, di immagine somigliante a Dio come era uscita dalla Sua mano creatrice, non contraffatta né rovinata dal peccato, eredità di Adamo per ogni altra creatura. Maria è autentica fotografia dell'uomo vero.
Maria, al contrario di Eva, si fida e obbedisce a Dio: "Io sono la serva del Signore". Ella è la donna che avendo detto il suo sì a Dio per tutta una vita, ha saputo stimare, accogliere e collaborare alla realizzazione di quel progetto tanto grande e unico che Dio non ha mai cancellato. "Beata te che hai creduto..!" (Lc 1,45), le dirà Elisabetta. Lei diviene così l'unica e piena creatura umana riuscita. Ci sta davanti come speranza: una creatura come noi ce l'ha fatta a divenire erede di Dio con la risurrezione del corpo. Così la festeggiamo nella verità della assunzione.
E' il modello cui guardare per dare senso giusto alla nostra vita. In lei leggiamo l'intima nostra struttura, il destino finale cui siamo chiamati. La chiave della sua riuscita è l'obbedienza nella fede come Lei l'ha vissuta. Al tempo stesso ci è madre. Con Gesù ai piedi della croce ha partecipato al nostro riscatto; là Gesù ce l'ha donata come madre, perché dia una mano a noi nel guidarci lungo il nostro pellegrinaggio della fede fino al traguardo che ci attende. Lei è già là a tenerci un posto! A messa, con commozione, ogni giorno il sacerdote ripete appena prima del Padre nostro: "Donaci di aver parte alla vita eterna insieme con la beata Maria, vergine e madre". Oltre che la più brava è anche la più bella (tota pulcra)... In cielo ella sarà certamente una stupenda compagnia capace di soddisfare il cuore!

É fin dal concepimento piena di grazia per proclamare l'assoluta gratuità dell'agire di Dio. E' immacolata in vista di accogliere Dio nel suo cuore e nel suo corpo nel mistero dell'incarnazione. Affidiamoci a Lei affinché prepari il nostro cuore per il prossimo Natale così da rinnovare e approfondire l'incarnazione del Figlio di Dio in ognuno di noi, chiamati a divenire figli di Dio come Lui.
Oggi preghiamo così:

"Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1,28), "per farti santa e immacolata al suo cospetto nella carità" (Ef 1,4).
Tu sei Immacolata fin dall'inizio, o Maria, preservata da ogni ombra di peccato per testimoniare la gratuità del Dono di Dio verso ogni sua creatura.
"Tutte le genti ti diranno beata"; "beata perché hai creduto nell'adempimento della parola del Signore" (Lc 1,45). Tu sei stata capace di dire SI' per una vita intera, diventando così la regina di tutti i Santi.
O Vergine Immacolata, fa' che anche noi ci rendiamo "santi e immacolati", se non per innocenza almeno per penitenza, per divenire come te eredi di quel regno che Dio dona solo "ai puri di cuore" (Mt 5,8). Amen.