Omelia (03-12-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento Matteo 9,35-10,1.6-8

Dalla Parola del giorno
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle sinagoghe, predicando il Vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore,

Come vivere questa Parola?
E' un ritratto vivo della persona di Gesù quello che ci dà l'evangelista. Anzitutto è colta una qualità tipica del Maestro di Nazareth. A differenza dei Rabbi del suo tempo, egli è uno che percorre chilometri delle strade polverose di quei tempi. Non se ne sta rinchiuso attendendo che la gente vada a Lui. Egli si sposta attraverso città e villaggi, instancabile ricercatore dell'uomo, desideroso di rispondere alla sua fame e sete profonda che è fame e sete di senso, di amore, di gioia, in definitiva è fame e sete di Dio. Per questo anche il suo insegnamento differisce da quello dei soliti maestri impalcati su discorsi cerebrali che non toccano il cuore, e non entrano nella vita. Gesù insegna sì, ma annunciando il Vangelo, cioè la lieta notizia del Regno di Dio che è tutto il suo Amore a cui ognuno può accedere. Purché sia "vero" nella sua ricerca e dunque umile, con occhi spalancati al Mistero. Per questo il suo è un parlare in parabole, strettamente collegato con la vita. Per questo Gesù è una cosa sola con quello che dice, è un solo Amore grande che non teme chinarsi su ogni malattia e infermità. Anzi il soffrire dell'uomo, le sue stanchezze e sfinimen-ti, destano in Lui compassione, cioè capacità di coinvolgimento emotivo che giunge fino al coinvolgimento totale: quello del dare la vita per coloro che ai suoi occhi sono come pecore senza pastore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, guardandomi in verità, percepisco me stessa come facente parte di un "gregge senza pastore", cioè, incapace, senza Gesù, di orientamento e di luce, di cibo spirituale sano e nutriente. Rinnovo la scelta esistenziale dell'appartenere a Lui, di contemplare la sua Persona di Salvatore e di sapermi da Lui salvata.

Signore Gesù, vieni, ti prego con forza, vieni nei meandri a volte tanto oscuri del mio cuore, desta in me la percezione viva della tua salvezza, e la risposta nel mio sì di ogni giorno.

La voce di un grande vescovo
Siamo tutti del Signore e Cristo è tutto per noi: se desideri risanare le tue ferite, egli è medico; se sei angustiato dall'arsura della febbre, egli è fonte; se ti trovi oppresso dalla colpa, egli è giustizia; se hai bisogno di aiuto, egli è potenza; se hai paura della morte, egli è vita; se desideri il paradiso, egli è la via; se rifuggi le tenebre, egli è luce.
Sant'Ambrogio