Omelia (15-08-2022)
padre Gian Franco Scarpitta
Un dogma di umiltà e di fede

Proprio nel tempo del divertimento e della trasgressione, ecco oggi un monito all'umiltà e alla deferenza, che ci viene dato dal dogma dell'Assunzione della Vergine Maria al Cielo, in anima e corpo. Accettare questo articolo di fede, proclamato definitivamente da Pio XII nel 1950, comporta infatti un attitudine speciale di umiltà che si estende a tutti gli aspetti della vita cristiana, perché esige che ci si sottometta soprattutto al Magistero della Chiesa.
Nel mondo cattolico è risaputo che quando un pontefice si esprime in modo solenne e definitivo su un articolo di fede e di morale, questo diventa verità universale inconfutabile, che qualsiasi cristiano è chiamato ad accettare, professare e custodire con fede. Cosa comporta questo se non un singolare atteggiamento di umiltà e sottomissione per cui si rinuncia alla proprie posizioni per assumere quelle di altri come veritiere, anzi come rivelate? Credere è sottomettersi in ogni caso; vuol dire aderire, accettare senza riserve e con fiducia e avvalersi di ogni articolo o verità di fede per la propria edificazione e per il proprio vantaggio e appunto per questo la fede non è tale se non è preceduta e motivata dall'umiltà, che ne è il carattere sorgivo. Credere che Maria abbia avuto il privilegio di essere elevata nelle altezze celesti sia nell'anima che nel corpo, comporta uno specialissimo atto di fede e di affidamento alla parola del pontefice, questi a sua volta ritenuto Vicario di Cristo, pastore supremo visibile e custode della verità, avendo ricevuto da Cristo il mandato di confermare i fratelli nella fede (Lc 22, 32 - 33) e in questo caso la sottomissione diventa ancora più inesorabile, poiché si tratta di accettare una verità che in apparenza sembrerebbe non avere fondamento e i cui contenuti sembrano attenersi più alla mitologia o alla leggenda che alla teologia. Come concepire infatti che Maria, soltanto lei fra tutti i Santi, sia stata assunta in anima e corpo, cioè che non solamente la sua anima è stata elevata alla gloria del paradiso, ma che anche il suo corpo fisico sia stato preservato dalla corruzione e dalla senescienza?
Come abbiamo accennato, in apparenza sembrerebbe un argomento assurdo e fantastico, ma basta affidarsi alla logica oltre che alla fede per comprenderne l'importanza e l'attendibilità. Maria era stata infatti "benedetta fra tutte le donne", concepita cioè illibata e senza macchia alcuna di peccato in ragione della sua predestinazione a diventare Madre del Verbo incarnato. Già prima della sua nascita terrena il suo corpo era stato preservato dal peccato per ospitare Dio che si rendeva uomo in lei. Come poteva il Signore di ogni misericordia permettere che il corpo fisico di colei che aveva accettato di essere Immacolata in ordine al culmine della storia della salvezza si confondesse con la putredine di questo mondo e andasse in perdizione? Se si dice che Dio è munifico, lo è sotto tutti i punti di vista e nella misura dell'inimmaginabile per noi; Dio ricompensa oltre misura anche una sola opera di fedeltà e di misericordia e non sarebbe quindi il vero Dio amore se non avesse dato alla propria Madre una ricompensa estrema, proporzionata alla sua grande fedeltà. Maria è sempre stata associata al suo Figlio Gesù Cristo nella lotta contro il male e nell'opera di redenzione e di salvezza. Non poteva allora che seguire lo stesso destino del Cristo, con la sola differenza che Questi era asceso al Cielo, mentre lei è stata Assunta. Dio l'ha voluta preservare da ogni contaminazione materiale così come l'aveva preservata dal peccato originale. Maria non poteva ricevere ricompensa migliore per la sua umiltà e per la disinvoltura con cui ha voluto prendere parte all'opera della redenzione e della salvezza. Nessun episodio in tal senso è riportato espressamente nella Scrittura, ma la Bibbia proprio perché Parola di Dio ha anche un contenuto implicito e indiretto, che si rapporta con la Tradizione orale, cioè con i racconti sulla Dormizione di Maria, che sono molteplici, relativi anche ai tempi più remoti che sin dalla notte dei tempi raccontano di questo avvenimento: il corpo della Vergine non si è corrotto, non è stato dato in pasto ai vermi, ma Dio lo ha elevato alla gloria al pari della sua anima.
Pio XII non ha inventato nulla e non si è avvalso della sua preponderante autorità sui fedeli per un'affermazione che poteva fargli comodo, ha semplicemente ribadito una verità di fede professata sin dall'antichità, accertandosi opportunamente della sua veridicità e della sua obiettività e con ragione ha potuto illuminarci su un assunto fra i più eloquenti e significativi della nostra fede, il quale ci richiama anche all'attenzione verso le cose celesti. Come infatti dice Paolo "Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dov'è assiso Cristo alla destra di Dio (Col 3, 1) e l'assunzione di Maria in cielo ci ragguaglia che la nostra vita è istoriata di una speranza che si regge sulla fede e che ci sprona a vivere l'oggi nella prospettiva dell'eternità: anche noi siamo destinati al paradiso, a quella dimensione di gloria definitiva che consegue alla perseveranza nelle lotte terrene. Maria ci incoraggia a vivere con i piedi per terra mirando sempre al Cielo, per raggiungere anche noi un destino parallelo al suo.
Come si diceva all'inizio, il dogma medesimo è un invito all'umiltà. La stessa Madre di Dio con la sua figura e con il suo esempio di donna umile e penitente ci è di monito all'accoglienza fiduciosa si questo dogma, alla sua assimilazione, alla disposizione alla fede e all'accoglienza e all'acquisizione di tutte le virtù necessarie per incamminarci verso il paradiso nulla omettendo di questa vita terrena.