Omelia (06-12-2005)
Monaci Benedettini Silvestrini
Viene il Signore a rinnovare il mondo

L'odierna liturgia ci presenta la figura del Buon Pastore che raduna, guida e fa pascolare il suo gregge. (Is 40,11) In questo inno alla consolazione del Deutero - Isaia che ci illumina ci mette sotto gli occhi in particolar modo la liberazione del popolo di Gerusalemme dalla schiavitù; dalla sofferenza e dalle tenebre del male. Questa visione, per noi, che desideriamo ardentemente il glorioso ritorno di Cristo, ci riempie di speranza e di gioia: Dio viene a consolarci procurandoci la possibilità di rinascere in Lui. Come rispondiamo a questo invito? Nonostante la certezza del messaggio evangelico, oggi giorno, con la nostra mancanza di discernimento della divina rivelazione, siamo inclini a pensare che il ritorno di Cristo sia separato da noi ancora da una lunga serie di secoli. Ma questa non è che una congettura; siamo in una ignoranza completa. Invece di sviare le nostre menti in inutili speculazione, chiediamo la venuta di Cristo a rinnovare il mondo. (Sal 95, 1-3. 10-13). Il desiderio ardente di ogni battezzato è di cercare per davvero d'incontrare Cristo. Che cosa occorre dotarsi per essere pronto a questo incontro della venuta del Signore? Certamente i sacramenti e l'unità all'interno della comunità secondo un ideale di fraternità; intanto, sia che questa venuta avvenga in una forma trionfale, sia che avvenga sotto la forma di una fine cristiana, che ci unisca per sempre a Lui, abbiamo il dovere di prendere cura dei più deboli, dei bisognosi, dei più piccoli della comunità, perché nessuno pecora si smarrisca nel traguardo dell'Amore del Padre. (Mt 18, 13) Dunque, ogni uomo deve avere questo aiuto fraterno verso chi si è smarrito dal sentiero della salvezza e della Bontà del Signore.