Omelia (06-12-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù...Ecco il Signore Dio viene con potenza. Come vivere questa Parola? Incaricato di annunciare un messaggio di liberazione e di speranza, il profeta "alza con forza la voce" affinché "al cuore di Gerusalemme", nel tempo buio dell'esilio babilonese, giunga la consolazione che viene da Dio. Il termine consolazione, in greco, ha due significati: esprime l'incoraggiamento di colui che conforta e la fiducia di colui che viene consolato. Non si tratta soltanto di un sollievo del cuore, ma di un vero e proprio intervento salvifico di Dio che entra nella nostra vita e vi opera una trasformazione radicale, a patto che ci trovi fiduciosi e ben disposti a rimuovere gli ostacoli che impediscono al cuore di accogliere la promessa divina. In cosa consiste questa trasformazione, per noi, oggi? Nella vittoria sul peccato: "Gridate a Gerusalemme che è finita la sua schiavitù". Una vittoria che sarà, certo, definitiva nella parusia, quando non dovremo più lottare per rimanere "fondati e fermi nella fede", ma che fin da ora ci è dato di pregustare in Cristo, "consolazione di Israele". Il suo "attendarsi" nelle profondità del cuore ci abilita a spezzare le catene del peccato, ogni giorno. In forza della Sua presenza le nostre paure si dileguano e ci si dischiude via via ad una vita nuova, interiormente bambina, pura e semplice. In una parola, unificata. Nella mia pausa contemplativa oggi mi lascerò accarezzare dalla consolazione che viene da Dio, esponendomi a Lui con fiducia, per pacificarmi. Ripeterò al cuore che non c'è catena che Lui non possa spezzare. Questa la mia preghiera: Consolami, Signore, e parla al mio cuore ogni giorno, perché percepisca che Tu, nel deserto inospitale della mia anima, apri una strada, sempre, e trasformi in zolle di fiducia il terreno accidentato della mia fragilità che fa resistenza al Tuo amore. La voce di un Dottore della Chiesa Ah! Lo sento, quand'anche avessi sulla coscienza tutti i crimini che si possono commettere, io non perderei affatto la mia fiducia; andrei, con il cuore spezzato dal pentimento, a gettarmi tra le braccia del mio Salvatore. S. Teresa di Lisieux |