Omelia (12-11-2022) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc 18,1-8 Come vivere questa Parola? Una parabola sulla necessità di pregare senza mai stancarsi. Così Gesù insegna ai discepoli ad assumere un atteggiamento nuovo verso Dio. Non un Dio estraneo e indifferente ma un Padre pronto a fare giustizia ai suoi eletti che gridano a Lui. In queste parole possiamo ascoltare l'eco di quel Dio misericordioso che si chinò a guardare e scese a vedere ciò che stava accadendo al suo popolo in Egitto che gridava a Lui trai lavori forzati a cui furono soggiogati. (Es 3,7). Gesù invita così i discepoli a riscoprire il volto autentico del Dio biblico che una falsa religione aveva coperto con la coltre del legalismo. Non è un giudice impietoso ma un Padre pronto a sovvenire alle necessità di giustizia dei suoi figli amati. Ulpiano, grande giurista romano, definiva la giustizia "Suum cuique tribuere" (dare a ciascuno il suo), ma cos'è questo suum? Che cosa spetta a ciascuno se non l'essere primariamente ascoltato? È questo il nostro diritto più fondamentale che ci fa vivere, che ci fa essere. Quando sappiamo che qualcuno ci ascolta allora sappiamo di esistere, sappiamo di non essere più soli. Gesù chiama lo Spirito Santo "un altro Consolatore" perché è Lui il primo e così il Padre che fa giustizia prontamente. Il nostro Dio è il Dio della Parola ma prima ancora è il Dio dell'Ascolto, che si fa prossimo con amore al nostro bisogno di salvezza tanto da divenire l'Emmanuele. Questa fede ci solleva e la preghiera non cede più il passo alla stanchezza.
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