Commento su Ap 14, 15
Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l'ora di mietere, perché la messe della terra è matura».
Ap 14, 15
Come vivere questa Parola?
Il tempo che stiamo vivendo noi oggi è un tempo intermedio, di attesa del giorno in cui il Signore siederà sul trono della gloria (cfr Mt 25,31) per raccogliere i frutti, quando separerà le capre dalle pecore. Noi siamo in questo tempo intermedio in cui il nostro impegno è quello di attualizzare il "venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà" (Padre Nostro) affinché possiamo partecipare alla festa di nozze (vedi "Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze..." in Matteo 22) insieme al maggior numero di persone che conosciamo. Impegno non da poco. Il come ce lo dice San Paolo nella lettera ai Romani 12,2 "Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto". E' necessario che ci lasciamo trasformare solo da Dio, che per sua grazia, fa ciò che si legge in Ezechiele 36,26, "vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne". Questa trasformazione, lenta e graduale, spetta a noi permetterla, facilitarla, e il modo migliore è la preghiera di ascolto silenzioso, che per Santa Teresa d'Avila è l'orazione mentale. Lei stessa la definisce "... un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo d'essere amati." (Vita 8,5). Orazione che, come avviene anche nelle altre modalità di preghiera silenziosa, agevola conseguentemente anche il nostro crescere nelle tre virtù teologali: fede, speranza e carità.
Signore aiutami ad abbandonare i miei egoismi affinché possa essere maturo per il Tuo Regno.
La parola al Catechismo della Chiesa Cattolica
"La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità. Con la fede «l'uomo si abbandona tutto a Dio liberamente» (1814)
"La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull'aiuto della grazia dello Spirito Santo". (1817)
"La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio". (1822)
Claudio Del Brocco - claudiodelbrocco@yahoo.it