Omelia (17-12-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato il Cristo. Come vivere questa Parola? Matteo apre il suo vangelo con una genealogia che parte da Abramo per concludersi bruscamente con Giuseppe. Di ogni personaggio, infatti, si dice che "è stato generato" e che, a sua volta, "generò", mentre per Giuseppe il discorso viene convogliato verso Maria: Giuseppe è lo sposo di Maria. È lui l'anello che ricollega Gesù a Davide, ma Gesù non è da lui generato. Giuseppe lo riceve da Maria. Ma anche Maria non è colei che "genera", bensì colei dalla quale è nato Gesù". Maria è la via che Dio ha scelto per attuare il suo disegno, l'arca santificata dallo Spirito in cui Egli ha preso dimora, ma Colui che la "abita" non viene da lei. Di suo ella ha messo la disponibilità, il "sì" che l'ha resa madre, ma Gesù resta dono per lei, per Giuseppe, per ogni uomo. Dono di Dio! Dono mai ritrattato, che, oggi, il Natale torna a riproporci. Sì, quella genealogia continua a snodarsi lungo i secoli, includendo nuovi nomi, anche il mio, il tuo. Nomi di santi e di peccatori che si intrecciano, proprio come in quella che ha preceduto l'avvento del Signore, perché Gesù non ha scelto di far parte di una èlite di privilegiati amici di Dio. È il "figlio dell'uomo", di ogni uomo che, come Giuseppe e come Maria, sappia dire il suo "sì", spalancando il cuore all'accoglienza umile, impegnata, fiduciosa. E la storia tornerà ad attingere a quell'inizio, totalmente inedito, da cui ha preso il via un'era nuova: quella che ogni cuore attende e desidera e che è sospesa a quel "sì" che oggi può fiorire solo sulle tue labbra. Oggi, nella mia pausa contemplativa, porterò lo sguardo su Giuseppe e su Maria. Due creature come me. Inserite in quello stesso progetto di amore che mi raggiunge e mi interpella, oggi. So accogliere la loro silenziosa provocazione? O cerco di esorcizzarla, circondandoli di un alone di grandiosità che mi esonera dall'imitarli? Signore, Figlio di Dio e figlio dell'uomo, che hai scelto di coinvolgerci nel tuo progetto di salvezza, rendimi docile e disponibile per quanto vorrai operare in me e attraverso di me. Donami il coraggio di pronunciare quel "sì" che tu attendi per renderti presente là dove sono chiamato a vivere e ad operare. La voce di un mistico Il Verbo si fa carne nel nostro essere usandoci. Noi siamo per lui, affinché egli si sviluppi in noi. Egli non può vivere che di noi, di questo dono della nostra propria vita. Augustin Guillerand |