Omelia (01-01-2006) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Grande fra i nati di donna... Oggi abbiamo l'opportunità di ribadire che il Natale in un certo qual modo segna una svolta nella vita di tutti gli uomini, in quanto celebrativo dell'evento solennissimo di Dio che entra nella storia nell'evento Gesù Cristo, per percorrerne le tappe vivendo da uomo fra gli uomini, sotto una specifica legislazione, un determinato contesto culturale e una dimensione collettiva. Questo ai fini di condividere con noi anche la più precaria delle condizioni del vissuto umano e, sempre attraverso un linguaggio del tutto umano e per ciò stesso accessibile, condurre noi tutti al Padre per ottenerci la salvezza e la gloria dei figli di Dio. Alternandosi fra il serio e il faceto, un amico non credente mi faceva osservare tempo fa' che Cristo Dio fatto uomo potrebbe sempre costituire un evento alieno: Gesù operatore di miracoli e di fatti per noi inimmaginabili, che domina le forze della natura, capace di avvenimenti straordinari, a suo parere potrebbe essere stato niente più che un extraterrestre approdato sul nostro pianeta per apportarvi i dovuti cambiamenti, dileguandosi poi fra i meandri della via lattea e delle altre galassie attraverso l'ulteriore prodigio dell'Ascensione. Una specie di alieno che adopera poteri straordinari in vista del bene degli uomini, per imporre le proprie condizioni. A tali insinuazioni mi è bastato rispondere riferendomi alla grotta di Betlemme: quale extraterrestre potrebbe mai irrompere materialmente nel nostro pianeta assumendo l'infanzia innocente e la precarietà di un bambino costretto alle ristrettezze della grotta? Come potrebbe nascere bambino alla pari di tutti gli altri terrestri, se provenisse davvero da un altro mondo? Piuttosto, determinati prodigi quali la gravidanza ad opera dello Spirito Santo e il concepimento verginale possono essere attribuiti solo ad un Dio onnipotente e al contempo misericordioso e amante dell'uomo al punto da voler sfruttare tale onnipotenza per assumere l'umanità fin dalla tenera infanzia. E' già grandioso e stupefacente che Dio si renda uomo, ma ancora più affascinante e degno di contemplazione stupita è il fatto che lo sia diventato fino in fondo, senza escludere alcuna delle tappe che appartengono a questo nostro contesto, ivi compresa quella della nascita infantile. Che Dio abbia creato il mondo e lo mantenga in essere e che sia in grado di manifestazioni soprannaturali non è in fondo così eclatante, visto che è concezione comune di parecchie religioni, ma il fatto che Dio sia entrato nel mondo facendosi addirittura Bambino, questo è da considerarsio fondamentalemente degno di ammirazione e di fede, come il miracolo più grande. Così si esprime Paolo nella II Lettura di oggi rivolta ai Galati: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato donna, nato sotto la legge.... " sottolineando con vigore che il Figlio di Dio ha voluto assumere la storia fino in fondo e con essa tutte le dimensioni del vissuto umano esperienziale sottomettendosi a tutte le condizioni proprio dell'epoca sociale di cui entrava a far parte; ma nell'espressione vi è anche un inciso particolare che ha fatto sbizzarrire in tutti i tempi i teologi: "Nato da donna". Essa esprime semplicemente la condizione di annichilimento del Verbo che si piega alle condizioni dell'umano, tuttavia è pur vero che il Figlio di Dio si è incarnato attraverso un grembo femminile, il quale a sua volta può essere a ragione definito come quello della madre di Dio e tale donna pertanto non può non essere annoverata fra le più importanti relativamente al mistero dell'incarnazione. Nel vangeli sinottici di Luca e Matteo si affermava da parte dello stesso Cristo che "fra i nati di donna nessuno è più grande di Giovanni"; ma se è vero che maggiore importanza in ordine alla salvezza la assume proprio il Cristo (Non è contraddittorio) in quanto Figlio di Dio e Salvatore ne deriva che anche "la donna" che ha generato il Cristo è di importanza maggiore, perché madre di Colui che ha partorito il Verbo. Questa donna è Maria. Ella entra sulla scena con i meriti di aver contribuito alla realizzazione della salvezza divina mediante l'offerta di se stessa nella maternità: come affermava Dante, Ella può essere definita "figlia del tuo figlio", vale a dire: creatura umana che Dio aveva progettato sin dall'eternità per poi essere posta in essere, e allo stesso tempo madre dello stesso Dio suo creatore, giacché Questi ha assunto la sua umanità con il favore del suo grembo. In sintesi, Maria è Madre di Dio in quanto madre del Dio che si è fatto uomo e tale maternità veniva già esaltata da Elisabetta che vedendo la Fanciulla entrare nella sua casa esclamava: "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?" E così nel Natale restiamo ancora affascinati per il fatto che Dio si sia ulteriormente abbassato al rango di nullità fino al punto da diventare oltre che Bambino anche figlio di una Vergine, pur restando sempre il Dio infinito Signore dei secoli. Nella riflessione su Maria Madre di Dio possiamo riscontrare anche armonia e serenità poiché al contempo osserviamo che Maria si accosta al proprio consorte Giuseppe nell'essere madre di Gesù Bambino per una triade eccezionalmente significativa che è la Santa Famiglia (la cui Domenica quest'anno non si celebra); in essa vi è il prototipo di ogni nucleo familare e al contempo anche il dispiegarsi di tutte quelle condizioni per le quali anche la comunità umana possa essere una famiglia, ossia la reciproca armonia, la collaborazione e mutua accettazione come anche la disposizione allo scambio e le relazioni di giustizia... E proprio in questo stile simbioico e armonioso, di cui la Madre di Dio associata a Gesù e Giuseppe si propone emblema, noi siamo oggi incentivati a pregare e ad adoperarci per la pace, caratteristica che il pontefice drefinisce necessariamente imprescindibile dalla verità che è Dio, nella quale l'uomo non può non dimenarsi: la verità che ci libera è la stessa che ci incute le motivazioni fondamentali per cui si realizzi il carattere di condivisione e rispetto della libertà e dei diritti fondamentali dell'uomo, condizioni essenziali per il progresso di tutti, per il tacere delle armi e per la retta convivenza nella giustizia e nella pace. E' impegno irrinunciabile di tutti, a seconda dello specifico stato e delle cpndizioni in cui ci si trova, fossero pure quelle di un impiegato o di una casalinga, preoccuparsi del raggiungimento di tale obiettivo che riguarda la vita dell'uomo. ciascuno nel proprio piccolo, tutti quanto ci si deve adoperare per la giustizia, l'uguaglianza e la serentià del vivere reciproco per una convivenza umana più tranquilla.... |