Omelia (01-12-2022) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mt 7,21.24-27 Come vivere questa Parola? Non chi parla ma chi opera. Non chi indaga ma chi si mette in gioco. Il regno dei cieli, perciò, è di chi ci prova. C'è una preminenza delle esperienze rispetto alle teorie. Una superiorità dei fatti sulle parole. Nella nostra epoca, siamo indotti a sostituire il provare a realizzare qualcosa con le interminabili verifiche sui vantaggi e svantaggi. Ci viene difficile accettare che la vita è una prassi, la si capisce solo esistendo. Se consideriamo che per vivere il Vangelo ci sia prima di tutto necessaria una situazione teorica, e delle condizioni benevole, in verità non lo vivremo mai perché non esisteranno mai le situazioni ideali e le condizioni favorevoli per fare quel che conta. È così per la vocazione, l'amore per le grandi scelte. Si apprende ciò che si identifica come vero mettendoci in gioco nell'azione. Un uomo ad esempio impara la fedeltà all'amore per la propria donna, cercando di essere fedele e non solo facendo riflessioni astratte sulla fedeltà. Nel tentativo, saggerà la fatica dell'impegno, il limite, la debolezza, ma così gradualmente diventerà fedele. Noi siamo convinti che, poiché una cosa l'abbiamo capita, allora siamo anche capaci di viverla, ma ci pensa normalmente la vita a smascherare questo imbroglio. Tuttavia chi prova a mettersi in gioco, davanti alle cose che ci accadono ha più probabilità, perché conosce meglio se stesso e ciò di cui ha necessità per rimanere in piedi saldo. Il vangelo di oggi si traduce in un'esortazione: provaci!
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