Omelia (19-12-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

Come vivere questa Parola?
Siamo sul crinale della storia: un'epoca sta per concludersi, mentre un'era nuova già si annuncia. Tutta l'attesa dell'Antico Testamento si concentra in Zaccaria ed Elisabetta, due persone definite "giuste" e "irreprensibili nell'osservanza", eppure "sterili". L'uomo, per quanto s'impegni non può darsi la salvezza, non può meritarsela, ma solo accoglierla con umile riconoscenza. E proprio là, dove ogni speranza sembra definitivamente spenta, ecco inserirsi l'azione fecondatrice di Dio. E la vita esplode, apportatrice di gioia. Giovanni annuncia il trionfo di Dio sull'impotenza umana. Fasci di luce che si proiettano anche sulla nostra storia, percorsa da tanti segnali di morte. L'uomo che vuole proclamare la sua indiscussa signoria su tutto e su tutti, dominando la stessa natura e cercando di allontanare lo spettro della morte, si trova a fare i conti con la sua invincibile sterilità. Ed ecco l'annuncio sempre attuale, rivolto all'umanità: "Tu concepirai". Sì, Dio può far nuovamente germogliare la vita in questa società pur-ché trovi un grembo disposto ad accoglierlo, fidandosi e affidandosi. Perché non il tuo? Si tratta di non opporre re-sistenza a un appello che forse da tempo avverti. Una vocazione particolare? Può darsi! Ma più facilmente la solle-citazione a prendere più sul serio la vocazione cristiana, divenendo quel "sale", quel "lievito" quella "luce" che siamo chiamati ad essere. Sono le nostre resistenze che ci rendono "muti", incapaci di annunciare la vita che pure palpita dentro la nostra storia, perché Dio non si rimangia la parola data. Se noi siamo infedeli, lui però resta fedele. Possa l'esperienza che ne facciamo ogni giorno schiuderci le labbra nell'annuncio e nella lode, come a Zaccaria al momento della nascita di Giovanni.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, presterò attenzione alle sollecitazioni di Dio che mi vuole testimone del suo amore fedele e mi deciderò per un "sì" fiducioso e totale.

Vinci, Signore, la sterilità del mio cuore, troppo ripiegato su se stesso e sulle proprie impotenze per accorgersi della novità che tu hai già seminato nella mia vita. Apri le mie labbra perché intonino la tua lode e annuncino il tuo amore.

La voce di un testimone dei nostri tempi
Diventate vela del mondo che trascina il genere umano dalle secche al largo.
Tonino Bello