Omelia (02-12-2022)
Monaci Benedettini Silvestrini
Pensate che io possa fare ciò

Questa scena che ci propone il Vangelo di oggi sembra inconcepibile: "Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi»". Infatti qualcuno si potrebbe chiedere come mai due ciechi riescono seguirlo? Tuttavia questo dettaglio è di grande consolazione per ognuno di noi perché si sta per compiere la profezia del profeta Isaia che leggiamo nella prima lettura. Infatti l'aveva predetto, "certo ancora un po' e udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno". In realtà siamo tutti dei ciechi a causa dei nostri peccati quindi più che cecità fisica è una cecità spirituale. "Credete che io possa fare questo?" Anzitutto Gesù gli chiede la fede, e la fede non è altro che l'incontro personale con la persona di Gesù. Quindi il primo miracolo è proprio accorgersi di essere cieco come quelli di cui ci parla la pericope di oggi. È la cecità di chi cerca, una via d'uscita, una luce nuova attraverso cui vedere se stesso e gli altri. Con il ritornello del salmo ci fa ripetere: il Signore è mia luce e mia salvezza. Diceva il professore di Cristologia che: "Gesù dona questa luce nuova, ma non attraverso illuminazioni strane, bensì cambiando i nostri occhi. Il cristianesimo non è ricevere cose nuove, ma vedere in maniera nuova le stesse cose, perché ciò che è cambiato, che è guarito è il nostro sguardo. Chi ha questo tipo di guarigione vede esattamente come vede Cristo, diversamente è ostaggio del buio delle proprie paure, delle proprie ferite, dei giudizi che gli suscita l'Accusatore nel cuore." Anche noi, in questo tempo di Avvento, impariamo da questi due ciechi che hanno avuto coscienza della loro infermità ed è proprio per questo che gridarono a Gesù di donargli la vista. "Figlio di Davide, abbi pietà di noi". Amen!