Omelia (25-12-2005) |
don Luciano Sanvito |
Il natale del Natale Il mattino del Natale richiama alla domanda: come sarà questo Natale? Come l'aurora, anche il Natale sorge, nasce annunziando le gioie e i problemi della giornata, le luci e le croci dell'umanità. Accanto alla contemplazione della luce emergente, subito affiora anche la domanda: che cosa questa luce mi rivelerà nella realtà? La domanda e i dubbi del Natale sono quelli di ogni uomo, dell'uomo di sempre, in balia del mistero e dell'ignoto, afferrato a un barlume di gioia. L'aurora del Natale ci invita a non spegnere il piccolo lume della gioia, di fronte specialmente alle avversità, alle nubi e alle inattese tempeste della vita. Dietro tutto, ci dice il Natale, spunta l'aurora quale segno di luce progressiva: non è più notte, non è ancora giorno: già e non ancora è Natale. Il Natale mattutino è anche un messaggero, un annuncio e un impegno. Un messaggero perché segnala, richiama e rimanda altrove. Un annuncio perché traccia la strada della luce e dell'illuminazione. Un impegno perché ci dice che il Natale invita al risveglio e alla vita. L'aurora natalizia è il natale del Natale stesso. Non esprime un giorno particolare, ma solo una parte del giorno. Non è il Natale intero, fatto e finito, ma ne è l'anticipo e la pregustazione. Richiamandoci che nell'aurora così breve, il Natale è infinitamente lungo. Lo spuntare dell'aurora ci dice che il Natale è solo uno spunto. Per che cosa? |