Omelia (25-12-2022) |
don Michele Cerutti |
Natale: determinazione e pace Il Natale è una festa che le prime comunità hanno indicato nei primi secoli. La Pasqua è il cuore è la prima solennità perché costituisce il perno della nostra fede, mentre la nascita è stata solennizzata successivamente perché quel Dio che muore e risorge ha preso dimensione corporea e i cristiani non possono dimenticarsi che la nostra fede non si poggia su una religione, ma su una vera e propria rivelazione. Da secoli i cristiani festeggiano il Natale, ma domandiamoci cosa dice agli uomini di ogni tempo l'evento dell'incarnazione perché il rischio è che passi anche questo anno e questa solennità può scivolare via come le tante già trascorse. Determinazione è la prima parola che mi rimanda il Natale. Dio si è fatto carne e quella promessa consegnata ai profeti nel corso dei secoli si avvera e per farlo chiede la collaborazione delle creature. Giuseppe e Maria sono chiamati a mettere da parte dubbi e perplessità e lanciarsi con coraggio nel progetto del Creatore. Determinazione che mettono questi due Santi, ma che vede l'ostinazione di Dio stesso perché questo evento si realizzi e se le porte degli uomini si chiudono il Padre prende le strade impensabili, come una grotta e un pagliericcio, per compiere la promessa. Non esiste strada preclusa a Dio per compiere le sue meraviglie e queste più sono impervie agli occhi degli uomini più indicano la grandezza del Signore. "Le mie vie non sono le mie vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri"(Is 55,8). Non esistono piani alternativi per Dio, ma un unico progetto che realizza scrivendo su tutte le nostre righe storte. Il Natale è pace. Non nell'accezione di non guerra, ma un ordine vero che il Re del cielo intende donare all'umanità. Il contesto in cui Gesù nasce lo sappiamo dai Vangeli è quello di uno Stato, l'Impero Romano che fa la conta delle sue forze, con un censimento. Il figlio di Davide arriva a indicare Altro e a dire al mondo di guardare ciò che è più importante. Lo dice tutto ciò anche nel 2022. In un anno come quello trascorso dove siamo passati dalle restrizioni del Covid alle preoccupazioni di una guerra che ha conseguenze anche nella nostra società, dove crescono inevitabilmente gli squilibri sociali e le preoccupazioni per l'inverno che viviamo. Gesù viene a dire a questo mondo che un ordine è possibile solo se volgiamo lo sguardo alla vera luce, il Principe della Pace. Non lanciamoci in semplici slogan che condiscono ogni anno l'evento del Natale. In gioco c'è la relazione vera con Dio non le musichette, i bei canti, i presepi viventi, i cenoni, i regali, l'attesa di un fiocco di neve e amenità varie che zuccherano l'atmosfera natalizia. Determinazione di Dio nell'entrare nella storia di ognuno chiede l'impegno a lasciarsi plasmare. Come? Promettendo un maggior fervore per il tempo che si apre di fronte a noi. Molti usciranno da questa Chiesa avendo timbrato il cartellino: Il mio dovere l'ho fatto. Determinazione di Dio comporta la risposta generosa dell'uomo proprio per questo ha voluto assumere la nostra carne. Pace vuol dire sapere compiere piccole azioni concrete quotidiane per permettere ogni giorno di realizzare l'evento del Natale. Visitare un vicino di casa, lasciato da solo, incontrare un parente che non vediamo da tempo o abbiamo rotti rapporti. Ognuno passi in rassegna ciò che può fare. Inizi ciascuno con il possibile e come ci direbbe San Francesco riuscirà a fare della sua vita anche l'impossibile. Auguri buon Natale diventa allora non una formalità, ma un concreto programma di vita. |