Omelia (25-12-2022) |
Missionari della Via |
La liturgia del Natale del Signore ci presenta il Prologo del Vangelo di san Giovanni, che ha il suo punto nodale nel v. 14: «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Dio si è fatto carne, si è fatto uomo, si è fatto bambino, è importante capire che non solo si è fatto uomo, ma quale condizione ha assunto! Nato povero, rifiutato, accusato, tradito, crocifisso... Egli ha assunto ogni aspetto della nostra fragile condizione umana. Egli ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Si è fatto uno di noi. Noi parliamo di una persona concreta, non un mito, una persona dotata di carne. Il Natale annunzia che Dio è a portata di mano, che non è lontano da noi. L'esperienza che i primi cristiani ci hanno raccontato, che gli apostoli hanno detto, e che arriva fino a noi, è che Dio non è un concetto da capire, ma un Bimbo nato in un posto umile, che ha vissuto la nostra vita. I pastori che lo trovarono, lo trovarono in una condizione disagiata, deposto in una mangiatoia accudito da sua madre Maria, non l'immaginetta che tocca il cuore e basta, ma una realtà concreta. Se io capisco la carne di Cristo capisco la mia. Se io vedo fino a dove lui arriva a spendersi per me e con me io capisco chi sono, che sono importante per Dio (cf d. Fabio Rosini). Quanto gli stiamo a cuore! Questo è ciò che il Natale annunzia: io posso vivere la vita da figlio di Dio perché Dio ha assunto la mia condizione umana. Sapere che non siamo soli, che non affrontiamo da soli le difficoltà della vita, è ciò che vince le nostre ansie, le nostre paure.
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