Omelia (25-12-2005)
padre Antonio Rungi
Ecco vi annunzio una grande gioia: è nato il Salvatore!

Il più bello annunzio, la più attesa notizia di tutti i tempi per l'umanità è quella che risuonò nella notte del Primo Natale: "Ecco vi annunzio una grande gioia: vi è nato il Salvatore". Da allora quella notizia si diffonde annualmente con la stessa intensità ed oggi a livello planetario, in quanto gli strumenti della tecnica e della comunicazione di massa ci permettono di raggiungere ogni uomo fino agli estremi confini del mondo. Ed anche a coloro ai quali il nome di Gesù Cristo e quello del Redentore risulta essere estraneo alla loro cultura e religione, il messaggio arriva lo stesso e di questo Bambino nato nella Grotta di Betlemme parlano tutti, a partire da quanti credono in lui. Natale con il suo fascino e la sua poesia ci prende nuovamente a partire dalla Notte Santa e per tutti il tempo natalizio che ci accompagna in questi giorni conclusivi dell'anno vecchio e dei primi giorni dell'anno nuovo, fino a portarci alla solennità dell'Epifania.
"Desidero che rinasciate ogni giorno nel Divin Verbo umanato a vita tutta santa; e siate un vivo ritratto di Gesù Cristo, e tutto ciò sarà, se sarete fedeli nello starvene solitario interno, riposando lo spirito nel seno divino del celeste Padre (cfr. Gv.1,18) in cui si celebra ogni momento questa divina Natività, e sarà in tal forma sempre Natale nella stalletta interiore del vostro spirito".
Con queste parole il Fondatore dei Passionisti, San Paolo della Croce, intendeva trasmettere il senso più vero della celebrazione del Natale ai suoi figli spirituali.
Facendo tesoro dell'esperienza mistica di questo grande appassionato di Gesù Bambino e di Gesù Crocifisso, mi sembra doveroso riscoprire il vero senso del Natale anche per il nostro tempo.
Quel senso che assume uno speciale significato per ogni cristiano, che contemplando il Mistero del Verbo Incarnato, Redentore dell'umanità, già ha lo sguardo proiettato sul Calvario, ove quel Bambino, appena nato nella Grotta di Betlemme, è collocato sulla Croce ed ivi inchiodato per la salvezza del genere umano. E' l'immagine natalizia più cara al Fondatore dei Passionisti. Egli, infatti, amava immaginare, non senza significato e valore teologico, il Bambinello Gesù sulla Croce, invece che nella culla.
Tale immagine ci accompagna in questo tempo di Natale e sempre nel nostro itinerario spirituale, sapendo benissimo che il Figlio di Dio, incarnandosi nella storia dell'umanità, fin dal suo primo ingresso in questo mondo, nella sua natura umana, ebbe da patire e da soffrire. E tutto accettò per amore.
Per Lui non si trovò posto per nascere almeno nelle stesse condizioni degli altri bambini del suo tempo, pur essendo Egli Figlio di Dio. Maria e Giuseppe dovettero girovagare molto, senza trovare ospitalità alcuna. Unico posto ove la Vergine Madre diede alla luce il Figlio dell'eterna Luce, fu una fredda grotta di Betlemme, piccolo e sconosciuto villaggio della Giudea. Per lui, da grande, non ci fu neppure un giaciglio ove poggiare il capo e riposarsi per poi riprendere, all'indomani, l'itinerario missionario.
La nostra fede nell'Incarnazione del Figlio di Dio, unico Salvatore del mondo, si rinnova anche quest'anno 2005 e con la stessa intensità, emozione, gioia e speranza con la quale l'abbiamo professata negli anni trascorsi e ci auguriamo anche per quelli che verranno.
Oggi rinnoviamo la nostra professione di fede affermando con convinzione: "Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo" .
Rinnovare questa fede nella Incarnazione del Figlio di Dio, in un mondo sempre più immerso nelle tenebre dell'ateismo, nichilismo e materialismo, significa, soprattutto per noi religiosi, proiettare la luce della speranza cristiana nelle coscienze smarrite degli uomini del nostro tempo e nelle anime in pena per tante sofferenze spirituali, umane e materiali.
Luce che trova la sua sorgente in quella singolare Grotta di Betlemme. "Il popolo che camminava nelle tenebre – ci ricorda il Profeta Isaia – vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia...Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato 'Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della Pace".
Questo "Dio potente", si è incarnato nel grembo verginale di una figlia di Sion, Maria Santissima, Madre ammirabile, Madre potente, Madre per sempre, Regina della Pace, come ci ricorda il Vangelo della Natività: "Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi" (Mt. 1,23).
Questo "Padre per sempre" è entrato nella storia dell'umanità coinvolgendo responsabilmente un uomo giusto, quale fu Giuseppe, della casa di Davide, sposo castissimo della Vergine Maria, padre putativo del Figlio di Dio. "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quello che è generato in lei viene dallo Spirito Santo" (Mt. 1,20). A questo uomo giusto e silenzioso, riservato e pienamente immerso nel mistero della salvezza, siamo riconoscenti e affidiamo tutti i "Natali" della nostra vita e soprattutto l'ultimo, quello più importante che ci introduce nell'eternità.
Questo "Principe della Pace", che mediante gli Angeli apparsi sulla Grotta di Betlemme annuncia "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama", porti pace ad un'umanità ancora afflitta da tanti conflitti e divisioni. Porti soprattutto pace nelle coscienze e nella vita di ogni persona, gruppo, istituzione, popolo e nazione, Lui che è "Via, Verità e Vita". Sappiamo, infatti, che non c'è Pace senza Verità, non c'è Verità senza Dio, non c'è Dio senza Amore.
Questo "Consigliere ammirabile" sia il nostro costante punto di riferimento a cui ispirare ogni pensiero, gesto ed azione di pace, amore, giustizia, verità, carità, solidarietà, perdono, perché i frutti del Natale, colti nella "stalletta interiore" del nostro spirito, come sottolineava il Fondatore dei Passionisti, vadano oltre queste giornate di festa e di perdono, di attenzione e condivisione, di tenerezza e semplicità d'animo, ed investano tutta la nostra esistenza di uomini di buona volontà.
Tutto si apprenda alla scuola del Divin Redentore, della Madre di Dio, di San Giuseppe, dei Pastori semplici e generosi, dei Re Magi umili cercatori di verità, di quanti accolsero ed accolgono ancora oggi il Natale con gli stessi sentimenti delle anime sante, di ieri e di oggi, tra cui il Fondatore dei Passionisti, Paolo della Croce, che scriveva testualmente ai suoi religiosi: "Dalla divina sorgente di tal Mistica Natività scorrono ruscelli ben limpidi di piissimi sentimenti".
Che questo nuovo Natale della nostra vita e della storia dell'umanità susciti nel cuore di ogni uomo di questa problematica Terra sentimenti di bontà e tenerezza, gli stessi che furono visibili in Gesù Cristo, nata dalla Vergine Maria.