Omelia (25-12-2022) |
don Alberto Brignoli |
Deposuit "In quei giorni, un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria... Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme". Nel bel mezzo di una storia segnata dai nomi dei potenti, Dio fa la sua comparsa e si rivela a chi, di potente, umanamente e storicamente parlando, ha poco o nulla: un umile falegname di Galilea, con la sua giovane fidanzata rimasta incinta non si sa bene come, ma di certo non per opera sua, diretti a Betlemme per adempiere al volere dei potenti della storia, che vogliono sapere su quanta gente esercitano il dominio. Che razza di dominio, se questi sono i sudditi... una marea di disperati, di povera gente... Umili figure, che dai libri di cronaca o di letteratura non avranno alcuna possibilità di farsi conoscere, "fino a quando" - così disse uno dei loro profeti - "colei che deve partorire partorirà"; proprio lei, quella giovane ragazza incinta, promessa sposa a un falegname, che di tutti gli umili della terra si fa portavoce, esultando nello Spirito, ed esclama: "Dio ha rovesciato i potenti dai troni". E poi, ha innalzato gli umili. Che impavida, questa partoriente... Una rivoluzionaria di prima categoria, altro che umile serva del Signore. È una che incita all'odio e alla violenza, secondo il modo di pensare dei potenti di ogni tempo e di ogni luogo... può darsi, ma non secondo Dio. Perché Dio rovescia - eccome! - i potenti dai troni e innalza gli umili! Dio, sì, è capace di stravolgere il corso della storia senza l'uso della violenza! Dio, sì, offre una possibilità a coloro che dai potenti e dal loro stile di vita sono messi all'ultimo posto! E senza bisogno di odiare nessuno, né di fare del male a nessuno: non ne ha bisogno, perché nella sua logica non c'è posto per chi crede di essere talmente potente da sostituirsi a lui. Dio rovescia dal trono dei potenti i populisti di ogni latitudine e di ogni colore politico; e innalza chi, d'ora in poi, non dovrà più avere motivo di temere per il colore della propria pelle. Dio rovescia dal trono chi ha il potere di manipolare le coscienze altrui pur di continuare a esercitare questo potere; e innalza i diversi, i diversamente abili, quelli costretti a letto da una malattia difficile da raccontare, costretti a pagare di persona per via dell'inefficienza dei potenti. Dio rovescia dal trono dei potenti chi ha paura di entrare in dialogo seriamente con gli altri perché insicuro di sé, per cui si diverte a diffamare l'avversario; e innalza chiunque va alla ricerca del dialogo e del bene comune, anche a costo di passare per un debole. Dio rovescia dai loro troni coloro che hanno il potere della lingua facile, facilona e pettegola, in fondo perché non sanno come fare per tirare sera; e innalza chi, invece, vorrebbe arrivare a sera con un lavoro confacente ai suoi studi, ma si rassegna a servire i clienti tra i tavolini di un bar, magari a centinaia e centinaia di chilometri di distanza da casa sua. Dio rovescia dal trono dei potenti coloro che pur di emergere, di produrre e di guadagnare, non accettano minimamente di dare una mano al pianeta a stare meglio; e innalza coloro che, a causa di un pianeta sempre più arrabbiato con l'umanità, hanno perso la famiglia, la casa e il lavoro sotto la colata di fango di una frana. Dio rovescia i falsi e potenti profeti di libertà, che pensano di poter conquistare pezzi di terra altrui sterminando chi ci vive e ci lavora sopra da sempre; e innalza coloro che la libertà sono costretti a difenderla a denti stretti senza più un tetto sopra le loro teste, senza più luce e fuoco per riscaldare la notte, mentre altri potenti della terra si permettono di decidere per loro cosa sia giusto o non giusto fare. Dio rovescia dal trono i potenti signori dell'individualismo e del "e qui comando io, e questa è casa mia", e innalza l'umiltà dei loro padri e dei loro nonni, che pur spaccandosi la schiena di lavoro - forse più di loro - non hanno mai cancellato la parola "solidarietà" dal loro vocabolario. Dio rovescia dai loro troni tutti quei potenti che hanno approfittato della situazione di questi anni orribili per fare soldi, per speculare sulle debolezze degli altri, per manipolare le coscienze facendo credere a tutti di avere in mano la soluzione per tutti i problemi dell'umanità; e ha innalzato quelli che, passando per ignoranti, poveri e senza cultura, hanno subito ogni tipo di sopruso solo perché hanno cercato di fidarsi di coloro che la sapevano lunga. È vero: anche il mondo, a volte, esalta qualche umile, e gli concede il suo piccolo momento di gloria. Ma difficilmente lo fa in maniera disinteressata: e comunque, tralascia sempre di esaltarne altri, altrettanto meritori, colpevoli di essere sconosciuti ai più, soprattutto a quelli che "contano". Ma oggi - almeno oggi, e speriamo non solo oggi - Dio non tralascia nessuno di questi umili. E oggi, a partire da Betlemme, inizia la sua rivoluzione: abbatte i potenti dai troni, e innalza gli umili. Abbatte gli Erode di turno, i Cesari e gli Augusti del momento, e dona visibilità a un falegname di Nazareth, sposato con una ragazza di Nazareth, dalla quale ha avuto un figlio non suo che non ha neppure la fortuna di nascere a Nazareth, a casa sua, ma in una stalla di Betlemme, improvvisata come sala parto, sperando di non morire per qualche strana infezione. Ecco, oggi è il giorno degli umili innalzati e dei potenti annientati. Oro, incenso e mirra non sono più offerti ai grandi della terra, ma alla piccolezza di un Bambino in fasce. Se ci rendiamo conto di non far parte dei potenti della terra, o anche solo dei potenti della nostra città e del nostro paese, oggi - che sia anche solo oggi, non importa - è il nostro giorno. Il giorno in cui il Signore ha deposto i potenti dai troni e ha innalzato gli umili. E speriamo che sia solo il primo di una lunga serie di giorni carichi di speranza, per tutti. Buon Natale. |