Omelia (06-01-2006) |
Suor Giuseppina Pisano o.p. |
Commento a Mt 2,1-12 Anche oggi la Chiesa ci invita a celebrare un evento grande, non solo nella vita di Gesù, ma anche nella nostra stessa vita, quella vita ogni uomo, a qualunque latitudine e cultura egli appartenga, perché Dio, in Cristo, si è reso visibile a chiunque lo cerchi, e ricerchi la Verità. Il testo di Matteo, racconta di questi personaggi provenienti dall'Oriente, attorno ai quali si son create splendide leggende e tanta superba iconografia. Chi fossero, quanti fossero, o a quali etnie appartenessero, i Vangeli non lo dicono, e le molte ricerche storiche effettuate lungo il corso degli anni, hanno realizzato veramente poco. Tuttavia, il senso vero del racconto, non è storico, ma profondamente teologico, e dice della teofania di Cristo e dello Spirito. In questo evento la presenza dello Spirito è chiara, quasi palpabile; Colui che, con la sua potenza aveva plasmato nel grembo di Maria il Figlio di Dio, è lo stesso che oggi lo rivela, e indica la strada che a lui conduce, anche a chi venga da molto lontano. Nell'interpretazione di S.Tommaso D'Aquino, il simbolo della stella è la luce dello Spirito Santo; quello stesso Spirito che aleggiava sulle acque agli inizi della creazione e che, nello scorrer dei tempi, aveva rivelato ai profeti d'Israele, la venuta del Messia, Salvatore, Signore e Luce per tutti i popoli. In questa domenica, leggiamo appunto l'impareggiabile testo di Isaia, che la liturgia eucaristica propone una forma breve, anche se, il passo è ben più lungo, e merita, di esser letto per esteso, con l'attenzione del cuore. " Alzati, rivèstiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te rispenderà il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore, del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda, tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano,.....a quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,.... verranno a te i beni dei popoli. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madían e di Efa', tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore." ( Is 60,1 6 ) Sembra di intravedere il racconto del Vangelo, in cui la speranza del Profeta troverà poi attuazione. I Magi dunque si mettono in cammino, dopo aver visto il " segno luminoso" del grande evento, e giungono a Gerusalemme; qui interrogano il Re; ma il Messia non è tra i potenti del momento; egli è in una piccola città, normalmente considerata di poco conto e politicamente insignificante, anche se, al suo riguardo, esisteva, da tempo, una profezia: " E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giudea: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo Israele." ( Mc.2,6) Lì, a Betlemme, la stella si ferma, e lì, i tre Magi riconoscono in quel bimbo, apparentemente come tanti, in compagnia di sua madre, Colui che cercavano: il " il re dei Giudei "; e Matteo precisa: " provarono una grandissima gioia ". E' la gioia dell'incontro, dell'esperienza viva e profonda, di Cristo, nostro re e salvatore, che attira a sé ogni uomo, che si metta in cammino verso Lui, con cuore sincero e desiderio di Verità. La ricerca dei Magi è finita; lo Spirito li ha condotti al Cristo, nuova Stella del mondo, Via, Verità, Vita, luce che rischiara ogni tenebra, anche la più fitta. S.Giovanni, nell'Apocalisse, testo che conclude la rivelazione biblica, parla ancora di una stella: è Cristo, " Stella luminosa del mattino." ( 22,16 ); luce intramontabile della Storia, passata, presente e futura, di quella storia dell'uomo redento, e dei tanti " lontani" che ancora attendono. Si, tanta parte di umanità, ancora attende di conoscere, di incontrare, o di ritornare a Cristo Signore e Salvatore Chi si farà " stella" per loro? Gli antichi Magi lo riconobbero, lo adorarono e gli manifestarono tutta la loro gioia e devozione, in quei doni simbolici, che la tradizione ricorda; ma oggi ogni battezzato deve ancora riconoscerlo, annunciarlo e testimoniarlo, con umiltà, con chiarezza di vita e con amore, a tanti. E' il " ministero di grazia " affidato ad ogni battezzato, e Paolo ce lo ricorda con queste parole: " Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Questo, mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che i Gentili, cioè, sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo." ( Ef 3, 2 3. 5 6 ) Con la vocazione cristiana, questo stesso ministero, pur in forme diverse, è stato affidato a noi; la conoscenza, l'esperienza del Mistero, dono di grazia, non è, infatti, per un godimento intimistico e privato, ma è per la comunione, in Cristo, di altri, tutti coloro che si trovano in cammino con noi, ma non hanno ancora avuto la gioia dell'amicizia personale con Cristo, Luce che rischiara le molte tenebre della vita. Sr Mariarita Pisano O.P. Monastero Domenicano SS.mo Rosario Marino Laziale RM |