Omelia (21-12-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.

Come vivere questa Parola?
Maria ha creduto, si è fidata e si è "consegnata" alla Parola, ed essa ha preso carne in lei. Ed ora eccola: si affretta verso la montagna, il classico luogo dell'incontro con Dio. Ci si aspetterebbe un suo ritirarsi in solitudine e preghiera, per sostare in adorante contemplazione delle "grandi cose" che ha operato in lei l'Altissimo. E invece, no! La "montagna" che Dio le addita è "una città di Giuda", è la casa di una puerpera, dove l'attende un servizio di carità. Un Dio che ritrovi tra i fratelli, che ti fissa l'appuntamento accanto a un malato, in ufficio o presso le pentole... E la Parola ti spinge là. Maria entra in questa casa e "saluta" Zaccaria ed Elisabetta. Niente di straordinario: un normale gesto di cortesia. Ma ora la sua voce veicola la Parola, di cui è gravida. E la gioia esplode contagiosa e si diffonde, rimbalzando dal nascituro alla madre. È il "piccolo" il primo a percepirla: "Ti ringrazio, o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli". Zaccaria, il sacerdote giusto e irreprensibile, edotto nelle Sacre Scritture, era diventato muto dinanzi alla Parola, mentre ora il "picco-lo", ignaro di tutto, esulta e trasmette gioia. Oggi quella Parola è consegnata a noi. La contempliamo nel presepe, la meditiamo quotidianamente. Perché allora c'è tanta carenza di gioia? Perché non riusciamo a trasmetterla? Forse è venuta meno la semplicità dei "piccoli" e la disponibilità di Maria a "mettersi in viaggio", "in fretta", "verso la montagna".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, rifletterò, alla luce di questo vangelo, sul senso del Natale e verificherò il mio modo di accostarmi alla Parola, di lasciarmi da essa abitare e plasmare.

Abbiamo trasformato il tuo natale, Signore, in una bella poesia da recitare ogni anno. E abbiamo perso il suo senso più vero che è questo tuo riconsegnarti a noi: Parola che chiede un grembo per tornare a "farsi carne". Concedimi, Signore, il coraggio di accoglierti senza riserve e di lasciarmi sospingere verso "la città" dove la vita stenta a venire alla luce, dove la gioia si esingue.

La voce di uno scrittore e poeta
L'inventore dei miliardi di galassie ha svenduto ogni "diritto d'autore" per ricominciare da Betlemme
Beno Fignon