Omelia (06-01-2023) |
don Michele Cerutti |
Cercatori di Dio in compagnia degli angeli Ogni qualvolta ci si accosta a questo brano che ogni anno leggiamo, in occasione della solennità dell'Epifania, la nostra mente si immerge nelle dune del deserto dell'Oriente Antico e si immagina i magi che vagano per queste lande di sabbia sul fare del tramonto, magari attraversate da qualche tempesta e sullo sfondo la stella luminosa che indirizza il cammino e ne fissa la meta. Questi personaggi che la tradizione ha romanzato, come forse ho fatto io introducendo il commento alla Parola di questa festa, rappresentano i cercatori di Dio ovvero coloro che tra i chiaroscuri della Storia cercano un senso alla propria esistenza e si fanno indirizzare da una fonte luminosa. In mezzo ai momenti bui della nostra vita il rischio è di affidarsi alla luce sbagliata. La Parola quindi da poesia ci mette in evidenza le difficoltà di un cammino che ha anche il tono di essere avvincente. Quante volte i santi lo affermano che il demonio è un angelo bellissimo che ci presenta la sua luminosità effimera, ma che ci colpisce subito pur svanendo immediatamente. La luce di Cristo che sovrasta il cielo delle notti dei magi persiste incoraggia e non si offusca mai. A noi il compito di discernere quale luce guida il nostro cammino e a interpellarci su quali strumenti attuare per rendere chiaramente visibile questa stella ai nostri occhi. Come i magi c'è richiesta la stessa ostinazione, a differenza di questi abbiamo molti più strumenti per cercare e aiutare a cercare Dio. Loro si sono persi nel ricercare nella corte di Erode le risposte ai loro dubbi. I nostri strumenti ci impediscono di perdere tempo e ci invitano a focalizzare con attenzione la meta. La sua Parola che ci è stata donata come bussola per il nostro quotidiano. Quante volte il Papa ci esorta a portare dietro di noi un piccolo Vangelo per leggerlo nei ritagli di tempo e trovare risposta ai nostri interrogativi. Non nascondo che molto spesso cerco su Internet molte cose e trascuro la vera fonte del discernimento. Questo penso capiti un po' a tutti. Lancio una provocazione a ogni minuto di Internet un minuto di Parola di Dio. Qui potrebbe esserci un'emoticon con un sorriso, eppure se sapessimo quanto ci fa bene la Parola spezzata nella nostra vita, non staccheremmo più le mani dal Vangelo veramente. Questa provocazione ci scuoterebbe sul serio. Alla luce della Parola si unisce il calore della vita sacramentale. L'Eucaristia il pane donato per rendere più sicuro il cammino. La Riconciliazione per rigenerarsi nella misericordia. L'olio degli ammalati per ritrovare il benessere fisico perso con la malattia. Vie sicure per giungere alla meta fissata. Come i magi siamo chiamati a ritornare nella nostra vita prendendo altre direzioni: La via dei poveri, degli ultimi i prediletti dal Signore. Non si possono più percorrere gli stessi percorsi già attraversati in lungo e in largo e che ci hanno condotto lontani da Dio. Gli strumenti che Dio ci dona ci riportano alla nostra responsabilità. I magi vengono esortati a comprendere che occorre compiere altre strade. Dio si manifesta in sogno utilizzando gli angeli come fece con Giuseppe. La Parola non ci dice se sono stati angeli, ma è anche bello rivolgere a loro un pensiero a conclusione di questo tempo di Natale. La tradizione pittorica rappresenta il serafino che ispira i magi mentre dormono e per questo termino la mia riflessione pensando a loro. Anche noi ci affidiamo alla compagnia di questi esseri beati che sono in cielo a servire il Signore per solcare nuove vie. E' bello quindi pensare alla dimensione angelica non solo nel mese di ottobre, ma anche all'inizio di questo anno civile. Nel corso delle liturgie natalizie e di Avvento hanno fatto da cornice a icone stupende che ci hanno introdotto al mistero dell'Incarnazione. Gli angeli ci hanno insegnato in questo periodo 3 aspetti importanti. Mi faccio aiutare da Papa Francesco che nella sua omelia del 2 ottobre 2018 le ha indicate: L'ANGELO CI AIUTA A CAMMINARE e lo fa con i Magi, lo fa con Giuseppe per custodire la vita del bimbo minacciato da Erode. C'è il pericolo di non camminare. E quanta gente si stabilisce e non cammina, e tutta la vita è ferma, senza muoversi, senza fare niente... È un pericolo. Come quell'uomo del Vangelo che aveva paura di investire il talento. Lo aveva sotterrato, e: "Io sono in pace, sono tranquillo. Non potrò fare uno sbaglio. Così non rischio". E tanta gente non sa come camminare o ha paura di rischiare, e si ferma. Ma noi sappiamo che la regola è che chi nella vita è fermo, finisce per corrompersi. Come l'acqua: quando l'acqua è ferma lì, vengono le zanzare, mettono le uova, e tutto si corrompe. Tutto. L'Angelo ci aiuta, ci spinge a camminare. L'ANGELO CI ESORTA A NON AVER PAURA DI SBAGLIAR STRADA Infine L'ANGELO CI MOSTRA LA VIA PER ARRIVARE AL PADRE Il nostro Angelo non solo è con noi, ma vede Dio Padre. È in rapporto con Lui. È il ponte quotidiano, dall'ora che ci alziamo all'ora che andiamo a letto la notte, che ci accompagna e è in rapporto con il Padre noi. L'Angelo è la porta quotidiana alla trascendenza, all'incontro con il Padre: cioè l'Angelo che mi aiuta ad andare per la strada è perché guarda il Padre e sa qual è la strada. Non dimentichiamo questi compagni di strada. Buon cammino in compagnia degli angeli. |