Omelia (25-12-2005) |
don Mario Campisi |
La verità del Natale vissuta nella santità Per quanto la manipolazione del consumismo renda fosforescente lo scenario di queste giornate e finisca per abbagliare i desideri in mille banalità, nondimeno lo splendore della luce vera avvolge il mistero che celebriamo. Una luce inattesa che splende gratuitamente, ma anche sollecita ad un cammino di ricerca e di interpretazione, di annuncio e di gratitudine per la liberalità divina. L'attesa è compiuta.Il Signore è nato; il cielo si è riaperto. Per vivere il Natale bisogna accogliere realmente il Signore. Non basta vedere uno o più presepi e neppure entrare nell'atmosfera natalizia di poesia e di canti pastorali. Per fare il Natale bisogna vivere il mistero di Gesù che nasce e cammina con noi. per far questo è necessario che nasciamo con lui. Per la verità, noi siamo nati già la prima volta dai genitori e pii siamo rinati nel battesimo. Oggi, giorno di Natale, dobbiamo rivivere e rinnovare questa seconda nascita, accogliendo la vita di Cristo e rinnovando l'impegno di seguire gli insegnamenti che egli ci ha dato. Essere cristiani, infatti, vuol dire seguire Cristo, compiere ciò che egli ci ha detto di fare e sguire il cammino della Chiesa, che è il prolungamento visibile di Cristo stesso. Nascere con Gesù vuol dire rinnovarsi dentro, abbandonare la strada del male e mettersi sulla via del bene. Vuol dire uscire dalle tenebre e aprire gli occhi alla luce. E' triste pensare che, dopo duemila anni dalla nascita di Gesù, due uomini su tre non conoscono il Messia e non sanno che la salvezza si è realizzata. Ma noi lo sappiamo! Cerchiamo di non dimenticarcene e di vivere questo Natale, rinnovando cuore e mente e soprattutto accettando di vivere come Gesù ha insegnato. Col Natale, una grande luce entra sulla terra. Impegno di ogni cristiano è quello di avere nel cuore la luce di Cristo e di portarla ai fratelli, soprattutto negli ambienti di lavoro e nella scuola. Passati questi giorni di festa, tornati al lavoro, oppure, dopo l'Epifania, a scuola, porteremo la luce di Gesù e la faremo vedere attraverso il nostro comportamento: se qualcuno ci chiede un favore o ci pone una domanda, non dobbiamo voltargli le spalle, ma fargli vedere che Gesù è davvero venuto e ci ha illuminati. Chi rimane senza cambiare non ha fatto il Natale, non ha capito e non ha vissuto il Natale. Il mondo ha bisogno di vedere che Gesù è veramente venuto e ha cambiato il cuore dei discepoli. Non è facile questo e neppure è facile cambiare da un giorno all'altro: siamo fragili; abbiamo tante tentazioni e sentiamo dentro di noi la spinta verso il male, soprattutto verso l'egoismo e la smania di potere. Di qui, l'impegno e il proposito del Natale di rinascere con Gesù a vita nuova ed aprire una nuova pagina della nostra storia. Se lo faremo, ne saremo contenti; se non lo faremo, fra poco ci accorgeremo che anche il Natale è passato invano. Tra tutte le istituzioni, quella che sente più il Natale è la famiglia, perché in questo tempo tutti si uniscono insieme e vengono anche da lontano per stare qualche giorno con i propri cari. La festa del Natale è ancora molto sentita; per questo bisogna vivere bene il Natale in famiglia, radunata non solo per giocare, ma anche per pregare e celebrare nella interiorità della casa il mistero di Gesù che nasce. La riscoperta della santità della famiglia è uno dei grandi doni natalizi ed è necessario che, come primo frutto di questo Natale, ci sia subito un impegno per la santità coniugale e poi la santità familiare. Anche la grande famiglia umana deve vivere il Natale, accogliendo il frutto principale che è quello della pace. La pace è dono di Dio a chi ha la buona volontà ed è un dono prezioso che auguriamo a tutti i popoli della terra. Nel giorno del Natale cogliamo il messaggio di pace che proviene dalla grotta di Betlemme, perché, anche chi gode la pace politica o militare, ha sempre un immenso bisogno di pace. Senza pace, non si può vivere; senza pace, non c'è progresso. Lo spirito del Natale, così, diventa impegno per costruire la pace e difenderla da ogni inquinamento e attacco. E bisogna cominciare dal nostro cuore, dalle pareti domestiche, dalle istituzioni scolastiche, civili, politiche e soprattutto ecclesiali: ovunque dobbiamo operare a favore della pace e ovunque dobbiamo liberare il terreno da odi, polemiche, divisioni, egoismi ed arrivismi di ogni sorta. Non è facile vivere così il Natale, ma dobbiamo sforzarci, se vogliamo che questo non sia soltanto un tempo liturgico, ma un tempo di vita, di vita nuova e rinnovata. Buon Natale! |