Omelia (08-12-2022)
don Maurizio Prandi
Dio è là dove tu sei

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie! Così ci ha fatto pregare il ritornello del salmo responsoriale. Queste meraviglie le possiamo contemplare nel suo passaggio fra di noi, nella nostra vita così come è accaduto in quell'umile casa, in quella regione marginale e sospetta che era la Galilea, nella vita di una donna (e non di un uomo), vite segnate dal passaggio di Dio, annunciazioni differenti però!


Conosciamo bene le polarizzazioni, le differenze rispetto all'altra annunciazione, a Zaccaria:

- un levita, un uomo nella maturità della propria fede e del proprio compito sacerdotale

- una adolescente, una donna giunta ad essere promessa sposa

- la grande città, Gerusalemme, cuore della religione

- un villaggio, Nazareth, al limitare del paganesimo e della stranierità, mai nominato nella Bibbia

- il tempio, casa di Dio, tutto per un ebreo, la casa, tempio dell'uomo e primo nome di chiesa,


Ma ci sono altre differenze, o meglio sproporzioni come le ha definite il vescovo di Savona Gero la scorsa estate in Cattedrale: in Maria, come in ognuno di noi si cela un mistero di sproporzione. La grandezza di annuncio e la piccolezza di un contesto, sì: il grande evento accade in un contesto di piccolezza, piccolezza amata, visitata. La grandezza di Dio e la piccolezza di una ragazza, le grandi promesse e Maria, Nazareth, Giuseppe, la dismisura dell'amore di Dio e la nostra concretissima realtà, la dismisura della misericordia di Dio e la nostra piccolezza, una fragilità che a volte o chissà spesso, ci fa soffrire. Anche la nostra vita è dentro questo mistero di sproporzione.


Com'è possibile? Ecco: qui Maria legge la sua piccolezza, Maria sa, conosce la propria piccolezza. Aiutati anche noi allora: a leggere la nostra piccolezza, accoglierla, non giudicarla. Bello che dentro al quotidiano delle nostre fragilità si manifesti la dismisura dell'amore di Dio e allora non cerchiamo fuori di noi, non cerchiamo distante da noi, non cerchiamo Dio chissà dove perché Dio è esattamente dove io sono, dove tu sei, dove noi siamo. Non devi lasciare il tuo luogo per trovare Dio, ma abitarlo (don Gero M.)


Continuo a condividere con voi quanto ascoltato da don Gero che ci diceva come lui veda quattro passaggi dal saluto dell'angelo all'eccomi di Maria, quattro passaggi che ci portano alla gioia non scontata che ci raggiunge ogni volta che Dio entra nella nostra vita:

1. un ascolto visitato, un ascolto ascoltato. Maria ascolta ma anche Dio ascolta, si accorge di Maria, un Dio contento per ogni creatura in ascolto della Parola e della Vita. Come Maria donne e uomini aperti al camminare di Dio incontro alle sue creature; cosa buona la realtà che viviamo, cosa buona il concreto della nostra vita quotidiana, perché Dio ci visita proprio lì e non altrove. Il nostro compito: accogliere Dio che ci visita nel nostro reale, che diventa lo spazio buono per accogliere il venire di Dio. Ribadisco allora: non dobbiamo scappare, non è necessario andare altrove perché Dio ci visita proprio là dove noi siamo! Scoprirsi come Maria pieni grazia, ma non nel senso fisico come un bicchiere che si riempie, ringiovaniti, cambiati, trasformati dalla Grazia, creature nuove!

2. Un dubbio che si affida! Maria è turbata: il dubbio e il turbamento non sono da temere, perché sono il grembo di qualcosa di nuovo che accade nella vita. Il dubbio, lo smarrimento, sono il segno che qualcosa sta per nascere. La vera fede non scansa il dubbio ma lo abita e lo attraversa.

3. Un corpo inciso, vulnerato. Il venire di Dio trasforma la vita di Maria, il venire di Dio non lascia come prima. Quel corpo visitato di Maria ci insegna la concretezza, la corporeità della fede. Si crede con tutta la propria persona, non con la testa. E io? Mi lascio ferire, vulnerare dal venire di Dio? Soltanto quando accettiamo di essere vulnerabili.

4. Un eccomi da rinnovare. Quanti eccomi quotidiani, quante piccole (in realtà enormi perché faticate) fedeltà può imparare la chiesa, quante piccole fedeltà posso imparare come prete

a) da chi, faticosamente prova a riprendere, a ricominciare in un tempo di dubbi, domande, incertezze, fatiche

b) penso ad alcuni piccoli, quelli che mi hanno detto ricordate che Gesù affida a loro l'amore perché lo possano insegnare agli adulti, a quanti eccomi dicono nelle loro giornate sballottati da una parte all'altra, loro si, fedeli

c) sto imparando, da alcuni adolescenti l'eccomi rinnovato dall'entusiasmo in alcuni "semplici" servizi che svolgono

d) dalle famiglie: io ti accolgo, come sposa/o, ti accolgo oggi e ti accolgo ogni giorno e a te mi consegno, ogni giorno

e) gli eccomi di una amicizia, di una vicinanza a chi è solo, di una speranza in un lavoro che potrà aiutare a costruire un pezzetto di futuro

f) penso ad un eccomi detto, pronunciato 25 anni fa davanti al vescovo e a come tutti questi eccomi mi aiutano a ri-dire, ri-motivare ogni giorno.


Tante visite nella vita di Maria e nostra, tanti eccomi rinnovati e ri-scelti e ri-motivati ogni giorno, l'amore, l'amicizia.

Chiediamo allora al Signore di aiutarci a non rimanere soli nelle nostre stanze, a cogliere l'invito a essere limpidi, a lasciarci visitare come Maria, felici proprio perché Dio ci visita là dove noi siamo!