Omelia (25-12-2005)
don Roberto Rossi
Luce, gioia, bontà, pace

"Che giova a me - ha scritto un antico padre della Chiesa, Origene - che Gesù sia nato una volta a Betlemme di Giudea, se poi non nasce di nuovo, per fede, nel mio cuore?"

Possiamo ripensare al fatto storico avvenuto in quel tempo, al grande evento della nascita del Figlio di Dio su questa nostra terra e possiamo poi riflettere sul nostro incontro con Gesù, il Signore, oggi e come possiamo costruire la nostra nella nostra vita con Lui, giorno per giorno.

"Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da una donna".
Cos' la pienezza del tempo? E' il momento nel quale Dio non ha potuto più resistere ed è esploso in un gesto d'amore, che ancora oggi ci scuote e ci riempie di commozione.

"Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio". Gesù è un dono d'amore; il Natale è la festa dell'amore puro e gratuito; il Natale è la più bella notizia che si possa raccontare agli uomini. Ce ne rendiamo conto? Come dovremmo commuoverci, intenerirvi, sentirci inondati di gioia! Dio, l'infinito, si è fatto vicino e si è legato irreversibilmente a noi per puro amore, per irresistibile esplosione di bontà: questo deve farci amare la vita e deve ricolmarci di ottimismo.

Si vedono le conseguenze della venuta di Dio in mezzo a noi? Certamente: basta guardare a quante persone hanno cambiato e trasformato la propria vita, quando hanno conosciuto e accolto il Signore Gesù: Paolo, Agostino, Francesco, Caterina, p. Pio, Madre Teresa, Giovanni Paolo II. Tutto questo nasce da Gesù, tutto questo parte da Betlemme.

E poi milioni e milioni di persone che, nella silenzio della casa o della fabbrica, degli ospedali o dei lebbrosari o di mille altre frontiere dell'amore, hanno scritto pagine meravigliose di bontà. sempre e soltanto per Lui: per Gesù.

Questo è il Natale: accorgerci di Gesù, accoglierlo nella vita e lasciar continuare in noi quella novità e quella santità che è sbocciata a Betlemme di Giudea.

In questa notte tutti avvertiamo che qualcosa di grande è accaduto nel mondo. Noi siamo illuminati da una stella che si è avvicinata al nostro buio e l'ha rischiarato per sempre.

Dio si è fatto uomo! L'Infinito, l'Eterno, l'Onnipotente si preoccupa di noi, ha cura di noi, ha misericordia di noi. L'infinto Dio ci ama: questa è la grande notizia del Natale. Ci ama al punto da mandare il suo Figlio in questa storia così dura. Dio non ha avuto paura: ha gettato il Figlio in mezzo a noi che non siamo più figli. perché ci ama, perché vuole ridarci il cuore di figli.

Quanta ricerca di felicità nel cuore degli uomini e quanta amarezza e sofferenze: Noi cristiani sappiamo che la felicità c'è e ha un recapito: Betlemme, Gesù, l'Emmanuele.

"Vi prego in ginocchio, vi prego per la vostra gioia: uscite tutti dalla prigione del vostro egoismo, uscite tutti dalla freddezza dell'indifferenza. Facciamoci piccoli e umili: andiamo a Betlemme, cioè a Cristo, apriamo il cuore ai fratelli, tendiamo la mano a chi ci sta accanto, rendiamo ospitale la nostra casa, il nostro ambiente, il nostro lavoro, il nostro paese, la nostra città, il nostro mondo. E' soltanto nella via dell'amore che potremo fare l'esperienza di Dio. E in Dio troveremo la pace che ci manca.

Quattro parole riecheggiano in tutti i brani che la liturgia ci propone nelle messe di Natale e del pe­riodo natalizio: luce, gioia, bontà, pace.

Esse riassumono un dono di Dio unico e irripe­tibile: Gesù.

Esse sintetizzano ciò che ogni uomo e ogni don­na desiderano.

Si dice che il Natale è bello come un sogno. È vero. Perché ogni uomo e ogni donna sognano: lu­ce, gioia, bontà, pace.

E il clima «da sogno» che questa festa riesce ogni anno a creare con le luci, i presepi, gli alberi, le strade e le vetrine illuminate, le musiche sempli­ci e ingenue, lo scambio di doni e di auguri, le cene in famiglia... è un segno della sintonia tra questa festa e il nostro sogno.

Non è possi­bile immaginare un Natale serio e triste. Sarebbe non capire i Vangeli che raccontano la notte di Betlemme piena di stelle e di canti di angeli.

Lasciamoci prendere da questo sogno! È Dio che in Gesù vuole farci sognare una vita piena di luce, di gioia, di bontà, di pace. Come lui l 'ha pensa­ta e come noi la desideriamo. Lasciamoci penetrare da questo sogno, sempre più in profondità, in modo che diventi desiderio, progetto, impegno concreto, realtà.

Come? Lo dice Gesù: «Gratuitamente avete ri­cevuto, gratuitamente date». Avete ricevuto da Dio luce, gioia, bontà, pace? Date il più possibile luce, gioia, bontà, pace.

Compito dei cristiani non è il lamento, ma la te­stimonianza di una vita intrisa di questi doni.

Si sente dire spesso: «Non ci sono più i valori di una volta! Non c'è più cristianesimo».

Mettiamoceli, questi valori! Mettiamocelo, il cristianesimo!

Questo è il nostro compito. Questo è la nostra festa di Natale.

Il Natale è bello perché ci tira fuori il meglio di noi stessi. E possiamo imparare a rivestire ogni giorno dell'anno con la bellezza del Natale.

Gesù, il Signore, il Salvatore, come lo incontriamo, dove lo troviamo oggi nella nostra vita concreta? Come possiamo accoglierlo perché sia luce, pace, forza, salvezza della nostra vita e della vita del mondo e della nostra società?

Dio è con noi, anche oggi. Noi lo incontriamo nella vita della Chiesa: nella Parola di Dio, nei Sacramenti, negli uomini, nostri fratelli.

La Chiesa continua la presenza e l'opera di Gesù. "Io sono con voi, fino alla fine del mondo". "Chi ascolta voi, ascolta me". "Fate questo in memoria di me: Io sono il pane vivo per la vita del mondo".

Quando ascolto o leggo la Bibbia, il vangelo: è Cristo che parla al mio cuore e al cuore della Chiesa.

Quando un sacerdote battezza, è Cristo che battezza.

Quando una persona si confessa, è Cristo che perdona, Lui che è venuto non per giudicare il mondo, ma per salvare il mondo; Lui che è venuto a cercare continuamente chi si è perduto, smarrito, ferito.

Quando riceviamo la Comunione, è il Signore Gesù che si dà a noi nel dono supremo del suo amore, per essere nutrimento, sostegno e forza.

Quando sono malato Cristo Gesù, nei suoi sacramenti, mi è vicino con la sua potenza salvatrice come ha fatto con i malati che incontrava.

Quando uno riceve l'Ordine sacro è configurato a Cristo pastore per il servizio del suo popolo.

Quando una coppia celebra il Matrimonio accoglie la grazia e la presenza di Gesù, come a Cana, e il Signore vive e opera nella vita dei coniugi e li coinvolge nella missione di testimoniare e portare nel mondo il suo amore.

Cristo Gesù lo incontriamo nel prossimo, cioè negli uomini, nostri fratelli, quando ci apriamo all'amore verso ogni persona, specialmente verso i poveri e i bisognosi di ogni tipo di aiuto.

Davvero Dio è con noi e noi siamo con Lui, possiamo vivere per Lui, accogliere e rendere viva la sua grazia nelle nostre azioni; possiamo portare in ogni giornata della nostra vita la luce e la grazia del Natale.