Omelia (28-01-2023)
Monaci Benedettini Silvestrini
Dove c'è poca fede c'è tanta paura

La prima lettura di oggi, dalla Lettera agli Ebrei, ribadisce che credere non è capire ma è andare a Dio, seguire Lui, accogliere la sua persona e la sua Parola. Credere significa cambiare vita, come l'ha vissuto il Prototipo del cammino di fede nella Sacra Scrittura, Abramo. Sotto questo profilo sono presi in considerazione tre momenti importanti del suo percorso spirituale: la partenza, la méta e la prova estrema. Leggendo la storia di Abramo in chiave cristiana, il sacrificio di Isacco, suo unico figlio è prefigurazione del sacrificio di Cristo sulla croce. Recita il salmista: "Benedetto sei tu, Signore: hai adempiuto la tua promessa. Giuramento fatto ad Abramo nostro padre, di concederci, essere liberati, dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni". Qui ci viene chiesto di fidarci pienamente di Dio anche nei momenti che possono sembrare drammatici. Con fede possiamo affrontare l'oscurità, nella sicurezza che Dio è fedele, come lo è stato con il nostro padre Abramo. Invece il Vangelo di oggi ci offre un dettaglio molto importante perché ci fa capire che la presenza di Gesù non allontana i pericoli. Dice il testo: ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?»" Perché avete paura? Non avete ancora fede? Il Vangelo di oggi è il Vangelo dell'anti paura. Quante paure viviamo nel contesto attuale? Paura del futuro, paura di non farcela, paura del diverso... In fondo la paura è mancanza di fede. Quindi anche noi, come i discepoli, troviamo il coraggio di dire tutto a Gesù pregando con sincerità. Ricordiamoci sempre: dove c'è molta fede c'è poca paura, dove c'è poca fede c'è sempre tanta paura. Amen!