Omelia (01-01-2006) |
don Remigio Menegatti |
La mia anima esulta nel mio Dio (227) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (Nm 6,22-27) presenta la benedizione di Dio affidata dal Signore al sacerdote Aronne. L'Altissimo assicura di mostrare il suo volto benevolo e proteggere, aiutandolo o sostenendolo, il popolo che porta il suo nome, cioè che gli appartiene in maniera unica. Uno dei doni più grandi da invocare è la pace, che unisce le persone a Dio e fra di loro. Il vangelo (Lc 2, 16-21) ripropone il racconto proclamato anche il giorno di Natale nella messa dell'aurora, aggiungendo il particolare della circoncisione di Gesù. Quella della circoncisione è un antico rito che manifesta l'Alleanza tra Dio e ogni maschio del popolo eletto. Diventa segno di appartenenza al Signore, membri del suo popolo. Anche Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, vive tutti i riti e i simboli della comunità ebraica. Maria accoglie come un tesoro tutti i fatti che accadono e li conserva nel suo cuore per meditarli. Salmo 66 Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza. Esultino le genti e si rallegrino, perché giudichi i popoli con giustizia, governi le nazioni sulla terra. Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti. Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra. Il salmo rinnova la benedizione contenuta nella prima lettura, riprendendo l'idea del volto che manifesta forza e tenerezza. Un volto che sembra splendere, tanto è fonte di serenità. È come una luce che squarcia le tenebre e dona sicurezza a chi si trova avvolto e bloccato da paura e solitudine. Questa luce è donata al popolo eletto, e si dimostra così potente e rassicurante da illuminare gli altri popoli; tutti gli uomini infatti sono creati da Dio e da lui amati profondamente. Questi popoli possono contare sullo stesso amore del popolo eletto, perché Dio benedice ciascuno dei suoi figli, dovunque egli viva, e anche se non sa ancora invocarlo come Padre buono. Un commento per ragazzi In queste settimane ne escono tanti: sia di artistici che di molto banali. Alcuni esaltano i buoni sentimenti, mentre altri sfruttano le persone solo a scopo di vendere. In qualcuno troviamo pillole di saggezza e cultura popolare, in altri siamo attirati da paesaggi lontani e bellissimi. Ci sono poi quelli con le nostre foto, quelli che regaliamo ai nonni e agli zii in occasione delle feste. Altri poi li abbiamo realizzati con la società sportiva e riportano le foto delle squadre delle diverse categorie. Alcuni sono ricchi di personaggi dei fumetti... E si potrebbe continuare; ma abbiamo già capito che stiamo parlando dei calendari, i fogli colorati che da questa mattina prendono il posto di quelli "vecchi". Abbiamo voglia di novità, di "girare pagina" e cominciare qualcosa di nuovo, alimentando le speranze che anche il nuovo anno possa portarci quella felicità che tutti attendiamo. Il nuovo anno, nella liturgia, inizia con una benedizione, che mette in evidenza il volto stesso di Dio: un volto che riassume tutte le espressioni più belle che siamo riusciti a trovare sul volto dei nostri familiari. Altro volto che troveremo lungo l'anno è quello di Gesù; adesso lo vediamo come Bambino che giace nella mangiatoia, oppure mentre vive il rito della circoncisione, che coincide anche con la consegna del nome. Il nome degli Ebrei aveva sempre un legame diretto con Dio. Il figlio di Maria si chiamerà "Dio salva": questo significa "Gesù". Seguiremo il Salvatore nel suo primo viaggio con Maria e Giuseppe; destinazione e motivo: Gerusalemme, per essere consacrato al Padre e ottenere le benedizioni di Dio per tutti i suoi fratelli. Un altro volto per il nostro "calendario" è quello di Maria, ricordata oggi con il titolo più grande che una creatura possa ricevere: "Madre di Dio". Anche di lei troveremo sempre tante immagini: quelle più belle ce la presentano vicino a Gesù, perché in fondo il senso della sua vita e missione è far entrare nel mondo il Figlio di Dio e guidarlo fino al momento in cui comincerà la sua missione: "riscattare coloro che erano sotto la legge" (seconda lettura) e farci adottare da Dio, diventandone figli (sempre la seconda lettura). Ci sono poi alcuni "mesi" dedicati ai personaggi come i pastori; conferma che questa grande vicenda d'amore, che è la storia della salvezza, non è fatta solo dai grandi personaggi, ma anche da gente umile; gente semplice, ma grande, perché benedetti da Dio. "El me daga 'na benedision de chele bone!" (Mi dia una buona benedizione!") mi dicono spesso gli anziani e ammalati quando vado a trovarli. Succede lo stesso nelle famiglie segnate da qualche particolare fatica e sofferenza. Io rispondo sempre che la benedizione è di Dio, e lui possiede solo un "modello": il massimo dono. La benedizione di Dio, quella che noi chiediamo, non è altro che suo Figlio che si è fatto uomo ed è venuto a vivere in mezzo a noi. È il figlio di una ragazza di Nazaret, un'umile "serva del Signore", che in questo modo diventa "Madre di Dio". Una ragazza che assume un compito impensabile se non si trattasse della fantasia e tenerezza di Dio. Madre di Dio, madre... per benedire anche noi, donandoci il Figlio. Un suggerimento per la preghiera O Signore nostro Dio, tu "hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi"; e per questo hai chiesto la collaborazione della "benedetta fra tutte le donne", la "vergine e madre", Maria. L'hai ricolmata del tuo Spirito; quello stesso Spirito donalo anche a noi "perché tutta la nostra vita" sia pienamente "sotto il segno della tua benedizione". |