Omelia (06-01-2006) |
don Remigio Menegatti |
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra (228) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (Is 60, 1-6) sottolinea il valore della salvezza offerta da Dio a tutti i popoli. Ogni uomo è chiamato a vivere l'alleanza con il Signore, conosciuto come Dio d'Israele, ma poi manifestato come Salvatore di ogni uomo. Una luce si diffonde per tutta la terra, una luce che in qualche modo è riflesso del volto di Dio; una luce che attira tutti i popoli, rappresentati in seguito dai Magi che giungono davanti alla grotta di Betlemme (Mt 2,1-12) e portano, come diceva Isaia, oro e incenso, oltre che la mirra. Magi che prima adorano il Signore Gesù, poi tornano al loro paese per raccontare della loro grande scoperta e amplificare all'infinito la luce della stella che li aveva guidati a Betlemme di Giudea. Salmo 71 Dio, da' al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia; regga con giustizia il tuo popolo e i tuoi poveri con rettitudine. Nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace, finché non si spenga la luna. E dominerà da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi. A lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni. Egli libererà il povero che invoca e il misero che non trova aiuto, avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri. Il salmo, quasi eco della prima lettura, sottolinea la presenza di tanti popoli "stranieri" che arrivano a lodare il Signore. È lui il vero e unico re, che guida la storia con giustizia e rettitudine. Il suo regno non ha fine, e si adorna di quella giustizia e pace, che fanno fiorire per tutte le genti. Una giustizia per cui anche il povero trova ascolto quando invoca, e il debole e il misero sono salvati dal Signore. Nella prima lettura i popoli lontani sono dipinti accompagnati da stuoli di cammelli e dromedari. Nel salmo vengono ricordati i re di Tarsis, degli Arabi e di Saba, e quelli che governano le isole lontane. Queste isole rappresentano tutte le terre che stanno al di là del mare, che appare come un confine per Israele; confine geografico e anche religioso. Una barriera che cade perché nessun luogo della terra è estraneo all'amore di Dio e del suo figlio che si manifesta al mondo. Un commento per ragazzi Quando li mettiamo sul presepe, anche se erano chiusi in scatoloni per difenderli dalla polvere, dobbiamo sempre ripulirli almeno un po'. Si tratta, l'abbiamo capito, dei personaggi che poniamo vicino alla capanna, dove, sulla paglia, abbiamo posto l'immagine di Gesù Bambino. Ci sono alcuni personaggi, quest'anno meno impolverati del solito. Ci pensiamo bene e poi scopriamo che si tratta appunto dei Magi. Il "mistero" è presto spiegato: hanno potuti uscire dal granaio e fare la loro comparsa in chiesa anche in una stagione per loro decisamente insolita. Abituati al freddo dei primi giorni di gennaio, si sentivano spaesati, in un periodo in cui si sta bene in montagna. Loro poi erano abituati a viaggiare, ma mai si erano messi in strada a "ferragosto". Eppure erano proprio loro i protagonisti della scorsa estate: provenivano da terre lontane, avevano fatto sosta a Milano e poi sono partiti per Colonia, dove, nell'estate 2005 hanno incontrato tanti altri viaggiatori. Anche questi sono arrivati da lontano; non solo oriente, ma dai cinque continenti. Non avevano viaggiato con cammelli e dromedari, bensì in aereo, treno, pullman, bicicletta e anche a piedi. Non avevano ricchi vestiti e turbanti, ma magliette e cappelli da cow-boy, e tante bandiere. Ma avevano anche passato di mano in mano la croce che da diversi anni viaggia per il mondo per preparare la GMG. Perché questo ricordo? Come un segno di speranza e di vivacità, per ricordare che quella dei Magi non è una bella storia con cui chiudere il tempo natalizio, quasi un fiaba per un lieto fine, l'ultima apparizione del presepe vivente, magari all'ombra della grande stella che spunta dall'Arena della città scaligera sede del prossimo convegno ecclesiale. È una storia vera, una cronaca che ha riempito pagine di giornali, occupato ore nei palinsesti televisivi, coinvolto migliaia di giovani, che sono la speranza di domani. Noi siano un po' piccoli per queste attività; ma non dobbiamo aspettare tanto tempo per metterci in viaggio. Siamo anche noi Magi quando siamo curiosi per capire, e desiderosi di scoprire il dono di Dio; quando ci mettiamo in gioco seguendo le stelle che ci indicano la strada della gioia: i nostri genitori, catechisti, preti e suore che ancora seguono i nostri gruppi. Siamo Magi già in cammino, e non vogliamo fermarci, anche se gli Erode di turno tentano di sviarci e di portarci lontano dalla salvezza, dalla gioia di riconoscere il Figlio di Dio e di donare a lui non oro, incenso e mirra, ma noi stessi. Donare non oro, incenso e mirra, ma noi stessi, accomunati a tanti altri che si avvicinano a lui. E si tratta di nuovo anche di ragazzi che provengono, come i primi Magi, dai quattro angoli della terra. I nostri compagni di scuola, della palestra, del campetto tra i condomini... che hanno cognomi quasi impronunciabili, ma sorrisi e occhi pieni di vita e di curiosità come noi. Davanti al Signore non ci sono persone straniere e altri che possano vantare diritti di primogenitura: siamo tutti ugualmente suoi figli. Lui ci conosce e chi chiama per noi, e non prova alcuna difficoltà a usare espressioni che per noi a volte risultano complicate, suoni non familiari. Tutti, con qualsiasi colore della pelle, con ogni forma degli occhi, o pettinatura, tutti siamo amati da Dio, nostro Padre. Un suggerimento per la preghiera Signore noi ci consideriamo dei fortunati perché "già ti abbiamo conosciuto per la fede" che ci è stata data fin da bambini. Ti ringraziamo perché "in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio", quel Gesù che noi già amiamo. Aiuta tutti, amici vecchi e nuovi, "a contemplare la grandezza della tua gloria" e a dirti il grazie per nasce dal cuore. |