Omelia (22-01-2006) |
don Remigio Menegatti |
Fammi conoscere, Signore, le tue vie (231) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (Gio 3,1-5.10) presenta un personaggio un po' misterioso: Giona. Questo "profeta" viene mandato a Ninive per proclamare la salvezza offerta da Dio e la necessità di fare penitenza per accogliere il suo perdono. La predicazione di Giona ottiene un insperato successo, tanto che la gente di Ninive vive il digiuno come segno di vero pentimento. In questo modo ottiene il perdono promesso e offerto dal Signore. Il vangelo (Mc 1, 14-20) mostra l'inizio del ministero di Gesù: il suo appello alla conversione per accogliere il Regno di Dio, che è vicino. Cristo annuncia che il tempo della salvezza è realizzato e finalmente si compie la promessa del Padre. Viene nuovamente riproposta la chiamata dei primi quattro apostoli: Simone e suo fratello Andrea, Giacomo e Giovanni. La loro risposta è pronta e generosa: lasciano tutto e vanno dietro a Gesù, diventano suoi discepoli. Salmo 24 Insegnami, Signore, i tuoi sentieri; guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato. Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre. Ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie. La parte del salmo che ci viene proposto in questa liturgia si apre e si chiude con la richiesta a Dio di indicare le sue strade. Gli chiediamo di farci conoscere le sue vie perché noi poniamo la nostra speranza in lui. Siamo un popolo in cammino; troviamo situazioni difficili, simili al deserto dell'esodo. Possiamo arrivare alla meta, e giungere alla gioia, solo se Dio ci indica il percorso e lo seguiamo con fedeltà. Il Dio a cui ci rivolgiamo risponde senza dubbio alle nostre richieste perché è "buono e retto", e "la via giusta addita" a noi, anche se possiamo essere peccatori, lontani da lui. Lui "guida gli umili secondo giustizia"; a chi si sente povero insegna le sue vie. È un Dio che non dimentica la sua fedeltà e il suo amore, che ricorda sempre la misericordia che lo muove verso i suoi figli. Un commento per ragazzi La "Mappa del malandrino" è un carta magica che indica dove si trovano tutte le persone della scuola che frequentano i giovani maghi, tra cui anche Harry Potter. Una bella trovata per chi deve controllare do si trovano gli insegnati e soprattutto dal custode, per muoversi liberamente nelle zone proibite agli studenti. Dio non ha bisogno di questi artifizi magici perché lui segue le strade di ognuno dei suoi figli. Li segue, non per spiarli, quanto invece per guidarli alla loro vera gioia. Avviene anche per Giona, che in un primo momento tenta di depistare il Signore andando lontano dal luogo dove Dio lo aveva inviato. Giona spera così di sottrarsi ad un compito che avverte come troppo impegnativo e destinato al fallimento. Il profeta pensa che dai Niniviti non c'è nulla di positivo da aspettarsi, e tanto vale lasciar subito perdere evitandosi fatica e insuccesso, e il rischio di fare una brutta fine. Dio invece considera suoi figli anche coloro che abitano a Ninive, e vuole offrire anche per loro l'occasione della salvezza. Giona, alla fine, realizza il sogno di Dio: indica agli abitanti di Ninive la strada che conduce alla gioia. Prima e dopo Giona tanti altri profeti portano al popolo eletto e anche agli "stranieri" la bella notizia che c'è un Dio che li ama, e che in lui trovano la piena realizzazione. Tra questi il più grande è senza dubbio Gesù: è un profeta, e anche il Messia. Inoltre è lo stesso Figlio di Dio: il Padre lo manda per annunciare che è aperta a tutti la possibilità della salvezza. Gesù percorre le strade della Palestina, e ogni tanto esce dalla sua nazione per indicare le strade che Dio offre a tutti per arrivare alla sua casa. La conversione assomiglia a quando ci fermiamo per verificare la direzione giusta e scopriamo che se proseguiamo da quella parte non arriviamo alla meta prefissata. Se poi sembra difficile trovare la strada giusta, di solito chiediamo a qualcuno della zona di darci delle informazioni più esatte. Il servizio migliore, in mancanza di indicatore satellitare, è quando qualcuno si offre di accompagnarci. Gesù dice a tutti "seguitemi" perché lui percorre per primo la strada della disponibilità, del servizio, del perdono, apertura a tutti, amore per i nemici, pazienza e costanza. Lui giunge alla vera gioia; ma non da solo. "Seguitemi" diceva Gesù a Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. E loro lo hanno preso sul serio, abbandonando tutto e mettendosi con lui, diventando così suoi discepoli. Ma noi che viviamo oltre 2000 anni dopo, come possiamo seguirlo? C'è una carta, che non possiamo certo chiamare "del malandrino", ma che ha lo stesso effetto positivo: ci insegna le strade seguite da Gesù, ci riposta i suoi gesti e le sue parole perché possiamo percorrere la stessa strada. Non si tratta di fuggire dalle richieste di Dio, come ha provato a fare Giona, quanto invece seguirlo perché sappiamo bene che la meta è la gioia. Una gioia che non si limita a questa vita. Dio ci offre una gioia molto più grande. Così grande che a volte facciamo fatica a capirla e a parlarne. Un suggerimento per la preghiera Signore, tu sei nostro Padre e in Gesù "tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua parola e del tuo dono". È lui "l'unico Salvatore" per cui anche noi "sentiamo l'urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l'anima al Vangelo". Noi siamo solo dei ragazzi ma sappiamo che anche la nostra vita può annunciare anche ai dubbiosi e ai lontani che Gesù è la via per condurci alla salvezza". |