Omelia (01-01-2006)
Comunità Missionaria Villaregia (giovani)
Gli sms dei pastori

Il Vangelo di questa domenica ci presenta una terza annunciazione in questo tempo di Natale. Ricordiamo la prima a Zaccaria, la seconda a Maria e questa è la volta dei Pastori. Lo schema è sempre lo stesso: l'apparizione dell'Angelo, il "non temete", l'annuncio che ha come contenuto questa volta la nascita del Cristo: un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. I destinatari dell'Annuncio, i pastori, erano considerate persone impure, peccatrici, escluse o ai margini dalla vita religiosa, politica e sociale ufficiale. Sono proprio questi esclusi in realtà i primi destinatari dell'annuncio della Buona notizia, loro, a cui non sono destinati i privilegi sociali, sono in realtà i primi destinatari della gioia che si propagherà in tutti i cuori. Sappiamo che la Parola si può leggere in tanti modi sottolineando l'azione dei personaggi, gli avverbi, gli aggettivi. Guardando il brano di oggi destano la nostra attenzione i verbi presenti in queste poche righe che si susseguono incalzanti; sono verbi di ricerca, rivelazione, adorazione: "Andiamo... vediamo... conosciamo... Andarono senza indugio... trovarono... videro... riferirono... era stato detto loro... tutti udirono... si stupivano... tornarono... glorificavano... lodavano.... avevano udito e visto... era stato detto loro. Sono verbi che ci fanno entrare nei tre tipi diversi di ascoltatori della Parola:
* I Pastori, primi evangelizzatori della Parola. Potremmo dire quelli che per primi hanno inviato SMS con l'annuncio: E' nato il Salvatore. Un annuncio che suscita, in tutti quelli che odono, meraviglia.
* La folla, cioè "tutti quelli che udirono", si stupirono, ma la reazione emotiva non ha seguito, ricorda coloro che ascoltano la Parola, la ricevono con gioia ma non hanno radici (cfr. Lc 8,13). Ancora una volta si sottolinea l'importanza dell'ascolto. Senza l'ascolto delle opere meravigiose che Dio compie, non nasce la fede.
* Maria che "serbava tutte queste cose nel suo cuore", essa "ha ascoltato la Parola e la conserva in un cuore onesto e buono" (cfr. Lc 8,15). Maria è la sapiente per eccellenza che penetra i segreti della salvezza che Dio ci sta offrendo. La sua reazione non è emotiva, ma profonda. Il custodire non è un semplice serbare nello scrigno della sua memoria, ma sottolinea il "mettere insieme" le diverse parti di una realtà che piano piano le si rivela. Custodire è un verbo che in molte altre occasioni viene tradotto con "meditare". Maria mette in funzione della Parola-evento, la testa e il cuore per penetrarne il senso di cui è protagonista. Luca ci presenta Maria in un cammino di fede concreto, fatto anche per lei, di passi, graduali, di dono e di impegno personale: modello di ogni vero discepolo che ascolta la Parola.
Dirà S. Agostino: "Sei con i pastori che glorificano e lodano, sei con Maria che conserva e medita oppure sei solo con chi si stupisce? Beati sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica".

"C'era una volta un uomo che non credeva nel Natale.
Era una persona fedele e generosa con la sua famiglia e corretta nel rapporto con gli altri, però non credeva che Dio si fosse fatto uomo come, secondo quanto afferma la Chiesa, è successo a Natale. Era troppo sincero per far vedere una fede che non aveva.
"Mi dispiace molto, disse una volta a sua moglie che era una credente molto fervorosa, però non riesco a capire che Dio si sia fatto uomo; non ha senso per me."
Una notte di Natale, sua moglie e i figli andarono in chiesa per la messa di mezzanotte. Lui non volle accompagnarli. "Se andessi con voi mi sentirei un ipocrita. Preferisco restare a casa. vI starò aspettando."
Poco dopo la famiglia uscì mentre iniziò a nevicare. Si avvicinò alla finestra e vide come il vento soffiava sempre più forte. "Se è Natale, pensò, meglio che sia bianco". Tornò alla sua poltrona vicino al fuoco e cominciò a leggere un giornale.
Poco dopo venne interrotto da un rumore seguito da un altro e subito da altri. Pensò che qualcuno stesse tirando delle palle di neve sulla finestra della sala da pranzo. Uscì per andare a vedere e vide alcuni passerotti feriti, buttati sulla neve.
La tormenta li aveva colti di sorpresa e, per la disperazione di trovare un rifugio, avevano cercato inutilmente di attraversare i vetri della finestra. "Non posso permettere che queste povere creature muoiano di freddo... però come posso aiutarle?"
Pensò che la stalla dove si trovava il cavallo dei figli sarebbe stato un buon rifugio, velocemente si mise la giacca, gli stivali di gomma e camminò sulla neve fino ad arrivare nella stalla, spalancò le porte e accese la luce. Però i passerotti non entrano.
"Forse il cibo li attraerà," pensò. Tornò a casa per prendere delle bricciole di pane e le disseminò sulla neve facendo un piccolo cammino fino alla stalla. Si angustió nel vedere che gli uccelli ignoravano le bricciole e continuavano a muovere le ali disperatamente sulla neve. Cercò di spingerle in stalla camminando intorno a loro e agitando le braccia. Si dispersero nelle diverse parti meno verso il caldo e illuminato rifugio.
"Mi vedono come un estraneo e che fa paura", pensò. "Non mi viene in mente nulla perché possano fidarsi di me... Se solo potessi trasformarmi in uccello per pochi minuti, forse riuscirei a salvarli".
In quel momento le campane della chiesa cominciarono a suonare. L'uomo restò immobile, in silenzio, ascoltando il suono gioioso che annunciava il Natale. Allora si inginocchiò sulla neve: "Ora si, capisco, sussurò. Ora vedo perché hai dovuto fare tutto questo!"


Auguri di Buon Anno 2006!