Omelia (01-01-2006) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Inizia l'anno civile. (l'anno liturgico inizia la prima settimana di avvento) Partecipando alla liturgia domenicale si può fare una revisione della propria vita, scoprire ed apprezzare gli aspetti positivi dell'essersi riferiti nei propri comportamenti a Dio ed al prossimo, per non cadere nel pessimismo ed essere pronti ad aprirsi alla speranza perché quanto c'è di meno bello e negativo nella propria vita può essere modificato e corretto. Pensare in positivo, con sano ottimismo, è il modo migliore per iniziare il nuovo anno ed assumere impegni e responsabilità. Partecipare all'eucaristia è adorare e ringraziare, chiedere aiuto e sostegno, perché i buoni propositi, semi deposti nel terreno del cuore, producano buone piante, fiori e frutti. Nell' uomo, nessuno escluso, Dio ha deposto il "bene", il desiderio di fare il "bene", (tutti gli uomini sono a immagine e somiglianza di Dio) solamente la superbia può far credere, in modo erroneo, di poter diventare "fertili" senza aiuto, senza "la grazia di Dio". Credenti e non credenti, praticanti e non, laici o spiritualisti, tutti sono bisognosi dello Spirito che da "vita". Lo Spirito d'Amore, è dono di Dio e penetra su tutti quelli che lo invocano e su tutti quelli a cui Dio - Padre lo invia, l'amore di Dio non ha limiti ed è quindi impossibile e ingeneroso fare e dare dei giudizi. Dio rimane fedele sempre alla promessa che ha stretto con l'umanità intera, nessuno quindi può fare discriminazioni e stabilire "per legge" a chi il Padre fa e farà i suoi doni e per quale misteriosa via li farà. E' certo che il credente deve porsi in atteggiamento di richiesta e non farsi dominare dall'ignavia. La chiamata, vocazione a credere al disegno di salvezza, deve guidare il desiderio ed il progetto di vita e diventare arte del vivere quotidiano in solidarietà con tutti gli uomini. La vocazione è accompagnata dalla "grazia" che aiuta a viverla, dispone alla capacità di stare vicino al dolore e alla sofferenza, alla disponibilità al perdono, che fa risorgere chi è nel dolore, alla compassione (patire insieme) a chi non è capace di capire e vedere che tutti gli idoli terreni finiranno, sono caduchi, effimeri, che la vita invece non finisce, ma un giorno sarà "trasformata" e sarà gioia perché il poco che è stato lasciato in questa vita sarà moltiplicato in felicità e grazia nella vita che si vivrà per sempre vicino al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo. ... I PASTORI ANDARO SENZA INDUGIO E TROVARONO MARIA E GIUSEPPE E IL BAMBINO CHE GIACEVA NELLA MANGIATOIA... (Lc 2,16) I pastori sono aperti e curiosi, disponibili a cercare senza indugio nuove realtà, nuovi eventi, nuova vita. Si mettono in cammino e trovano. L'uomo moderno o post – moderno, io, non ha nessuna voglia di cercare, di uscire dal non senso della mediocrità, che lo fa illudere che tutto vada bene, che tutto sia accettabile purché non impegni nella fatica della ricerca. Si giustifica una vita che non si confronta, per pigrizia, con il vero e profondo significato dell'essere. Ci si limita alla ricerca tecnico scientifica, a scoperte che per la loro natura sono limitate e rinviano a nuove, ulteriori ricerche, senza fine. "Trovarono Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia", è sensazione di approdo, che fa lodare e ringraziare, trasmettono un vero senso di "pace". "Giacere" è l'atteggiamento del viandante che è arrivato alla meta. I pastori hanno trovato. Acquisire la conoscenza di una stabilità che si trova nel rapporto con l'Altro, con gli altri. E' una relazione che arricchisce, collega il finito con l'infinito, è originale e personale, ricrea e fa ri-nascere. L'uomo ri-nasce (è natale) con e nel bambino. Trovare il bambino che è nella mangiatoia e trovare il bambino che è dentro ad ogni uomo. Dilata il cuore, fa sperare, anzi da la certezza, che è donata a ciascuno una capacità illimitata di amare che fa convergere tutti verso il centro originale, camminare insieme verso la stessa meta, assistersi, ospitarsi, avere cura l'uno dell'altro, per giungere in spirito di donazione reciproca alla capanna, a Gesù Bambino, a colui che da la salvezza, che da la pace. Giacere non è inerzia, ma disponibilità a stupirsi, a meravigliarsi, glorificare e lodare Dio perché con la Sua discesa nel Figlio ha aperto la via all'ascesa, è compito dell'uomo camminare con le opere e il servizio d'amore. ... QUINDI NON SEI PIU' SCHIAVO, MA FIGLIO, E SE SEI FIGLIO, ANCHE EREDE PER VOLONTA' DI DIO... (Gal 4,7) Con animo e spirito nuovi, la novità di ogni Natale, l'uomo (il pastore) veglia. Gesù è nato, lo Spirito brilla nelle tenebre, tale realtà è da conservare e meditare. Con Gesù scende dall'alto il dono della benedizione e della pace, pace che rende liberi. Liberi di amare, di avere pietà, di predicare e praticare la giustizia e la purezza del cuore, che non ha solo riferimento al sesto comandamento, ma comprende anche la vittoria sulla prepotenza, sullo scherno verso i poveri, sulla ricchezza iniqua, sui giochi di potere. Se si osservano i comandamenti, dice Dio: " il tuo benessere sarebbe come un fiume, la tua giustizia come le onde del mare". (Is 48,18) Saremo veramente figli. ...TI BENEDICA IL SIGNORE E TI PROTEGGA. IL SIGNORE FACCIA BRILLARE IL SUO VOLTO SU DI TE E TI SIA PROPIZIO. IL SIGNORE VOLGA SU DI TE IL SUO VOLTO E TI CONCEDA PACE...(Num 6,24-26) La benedizione di Dio scende sugli uomini che cercano il Suo volto. Dio prende l'iniziativa di stabilire la Sua alleanza con gli israeliti (con tutti gli uomini) è responsabilità degli uomini porre il suo nome e il Suo volto sopra le loro azioni per rendere efficace e efficiente il patto-alleanza –berit. Dio rimane sempre fedele, manda sempre la Sua benedizione, l'iniziativa è sempre del Padre, è responsabilità dei figli accoglierla e renderla visibile nelle opere. In Gesù Dio mostra il Suo volto e conferma la Sua benedizione alleanza senza fine, lo Spirito la trasmette per tutti i secoli. REVISIONE DI VITA 1. Nelle difficoltà della vita invoco mai lo Spirito- alleato? 2. Dall'eucaristia e dalla comunione – chiesa quale aiuto cerco? Lo ricerco veramente? 3. Sono in ricerca di "Colui" che non conosco e può cambiare la mia vita? (Ma tu chi dici che io sia?) 4. Il mio essere cristiano praticante mi impegna a cercare ancora altri e ulteriori aspetti del volto del Signore? Andare continuamente a Bethlemme, alle origini? Commento di Michele Colella |