Omelia (01-01-2006) |
padre Antonio Rungi |
Tu sei la Madre nostra e la nostra speranza L'anno nuovo inizia nel segno di Maria, Madre di Dio e Madre nostra. La solennità odierna, infatti, ci immerge nel mistero di Maria, perché da esso attingiamo la forza ed il significato per camminare insieme a Cristo per un nuovo anno solare. Anno che, per antica tradizione ed espressione, viene riferito al Signore perché è Dio che stabilisce i tempi e le stagioni della nostra esistenza nel tempo, in attesa della eternità. "Salve, Madre santa: tu hai dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno". E' con questa antifona che si apre la liturgia eucaristica del primo giorno del nuovo anno. E nella preghiera che unisce tutti nel presentare a Dio le nostre esigenze spirituali manifesteremo questi nostri sentimenti: "O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa' che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l'autore della vita, Cristo tuo Figlio". Chiedere la protezione della Madonna all'inizio di un nuovo cammino storico è affidare alla Madre di tutti le nostre ansie, attese e speranze. E siccome abbiamo estrema fiducia in lei, ben a ragione la liturgia oggi ci invita a fare questo, in una giornata poi importante anche per altri aspetti, quelli relativi alla pace. Celebriamo oggi la giornata mondiale della pace ed il tema scelto dall'attuale pontefice, Benedetto XVI, è "Nella verità, la pace". Cristo è via, verità e vita, è fonte di gioia e pace. Maria che è madre di Cristo è anche lei fonte della pace e via alla vita e alla verità. Dalla seconda lettura odierna, tratta dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati, comprendiamo i contenuti essenziali della giornata e della solennità della Madre di Dio. "Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio". In Gesù Cristo noi siamo uomini liberi, uomini capaci di fare il bene, come dovrebbe essere sempre. Uomini in grado di costruire e gettare sempre ponti di pace e mai di divisione, odio e guerra, cercando in ogni situazione la verità, mai appoggiando una visione falsa del mondo e delle vicende umane. Perché sappiamo che la menzogna è la negazione concreta di Dio e la menzogna viene dal Diavolo, che è il primo a creare la divisione e a distruggere l'unità all'interno del genere umano e della stessa comunità dei credenti. Questi valori li attingiamo se ci poniamo alla scuola della famiglia di Gesù. Nell'ottava del Natale, il Vangelo, infatti, ci riporta nuovamente ai piedi del Bambinello nella Grotta di Betlemme. Il testo del Vangelo che oggi proclamiamo è molto esplicito al riguardo non solo perché riparla della natività, ma anche perché ci presenta un altro momento importante della vita terrena iniziale di Gesù, quella della scelta del nome: "In quel tempo, i pastori andarono senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre". Vogliamo fare nostro il canto della pace che ascoltiamo nella prima lettura della parola di Dio di oggi, tratta da Libro dei Numeri: "Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace". In questo giorno iniziale del nuovo anno i voti augurali perché le cose siano migliori rispetto al passato sono tanti e si condividono con gli altri negli auguri che ci scambiamo. Puntualmente, purtroppo, per quanto dipende da noi le cose non vanno nel verso giusto e secondo i propositi fatti. Dopo le feste ritorniamo alla normalità anche dei comportamenti e continuiamo ad essere quelli di sempre. In questo anno 2006 sull'esempio della Madonna, donna del silenzio e dell'ascolto, che serbava ogni cosa nel suo cuore, ognuno di noi si faccia attento ascoltatore di Dio e delle istanze di pace, verità, giustizia, dignità, libertà, amore che vengono dal mondo. Ognuno sappia custodire gelosamente nel proprio cuore e nella propria vita i doni di Dio, la fede certa, la carità operosa, la speranza piena di attese. Sappia operare perché ciò che oggi costituisce solo una legittima attesa del meglio e del certo, possa di fatto, con il nostro contributo, diventare migliore e certo di sicuro. Ognuno diventi protagonista come Maria di accoglienza di vita, pace, gioia, bontà, spiritualità, serenità che poi porti agli altri nella quotidianità dei gesti e delle azioni umane e cristiane. Ecco perché siamo costantemente invitati a riportarci in ginocchio ai piedi del Salvatore che nella Grotta di Betlemme ha dato a noi il grande insegnamento dell'amore. Medesimo insegnamento che più evidente si manifesta nel mistero della Morte in Croce, ove il Piccolo Gesù, ormai giovane uomo, Figlio di Dio, offre la vita per l'umanità, perché questa umanità ritrovi la gioia di vivere in sintonia con Dio. Maria ci aiuti a realizzare questo progetto amore e comunione con il Signore. |