Omelia (01-01-2006) |
Totustuus |
NESSO TRA LE LETTURE La preghiera dei sacerdoti del Vecchio Testamento sul popolo ci porta la benedizione di Dio (prima lettura), all'inizio dell'anno civile, che è un riflesso del' "nuovo inizio", cioè il momento in cui la pienezza del tempo fu inaugurata dall'autentica nascita di Cristo da Maria. Il tema della pace - oggi è la Giornata Mondiale della Pace - è pure presente in tutta la liturgia. MESSAGGIO DOTTRINALE Dio del tempo e della storia. Alle principali feste cristiane, il Natale e la Pasqua, è riconosciuto un valore aggiunto e una speciale solennità, poiché sono seguite da un'"ottava". Così il "giorno" della festa dura per otto giorni. Perciò, questo primo giorno dell'anno è l'"ottavo giorno" di Natale: l'inizio dell'anno civile non ricade, dunque, nel tempo di Natale per mera coincidenza, ma è ad esso intimamente riferito. L'evento Cristo divide tutto il tempo in due, anche nella storia secolare. "Dopo Cristo", nulla è più uguale. Infatti, con la nascita del Redentore anche noi siamo nati di nuovo: non siamo "più schiavi", ma abbiamo uno "status nuovo di figli adottivi", cui è permesso di rivolgersi familiarmente a Dio chiamandolo "Abba", "Padre" (seconda lettura). L'orologio della vita riparte, ancora una volta. Non è nemmeno del tutto sorprendente che la prima lettura venga a proporci oggi la bella Benedizione di Aronne, in considerazione dell'anno di cui stiamo celebrando l'inizio. Circoncisione. Il rito della circoncisione, che il neonato riceveva otto giorni dopo la sua nascita, era un segno della sua appartenenza al popolo eletto. In quel giorno, il Figlio di Dio ricevette anche il nome di "Gesù", come aveva indicato l'angelo, perché "avrebbe salvato il suo popolo dai loro peccati". Nella bibbia, il nome è sinonimo della persona. Non c'è, poi, nessuna separazione tra la persona di Gesù e la sua missione. Egli non esiste per se stesso, ma per il compito affidatogli da suo Padre. La Madre di Dio. Noi siamo figli del nostro tempo: non c'è, dunque, nulla di strano, se molti di noi sono rimasti in piedi per dare il benvenuto al nuovo anno - magari anche con qualche piccola concessione al folclore tradizionale, nel momento in cui il calendario si appresta a voltar pagina, quasi di soppiatto, alla mezzanotte in punto! Ma noi siamo anche cristiani: e, come tali, salutiamo l'anno nuovo qui, intorno all'altare, celebrando il sacrificio eucaristico. Ed è pure assolutamente opportuno che, nel farlo, onoriamo oggi la Madre di Dio. Suo Figlio è il Signore del tempo e della storia. La pienezza del tempo albeggiò nel momento in cui lei concedeva il suo consenso a divenire sua madre. Quella che lei ha concepito è la seconda Persona della Santissima Trinità. Quando i Padri del Concilio di Efeso la proclamarono "Theotokos", il loro scopo era di proteggere la pienezza della fede in Cristo. Maria fa questo. Lei ci conduce sempre a Cristo. Madre della nostra fede. Poiché è in virtù della fede in Cristo che veniamo salvati, (fede attiva attraverso l'amore), la fede, sul piano soggettivo, è altrattanto essenziale per la nostra salvezza, quanto Cristo stesso lo è oggettivamente. Senza la fede, egli non può essere ricevuto dal mondo. Maria è la Madre perfetta di Dio, perché lei non ha preparato solo una mangiatoia nella stalla, per accogliere il suo piccolo corpo, ma anche la fede della Chiesa che è necessaria per ricevere la sua intera Persona. Sant'Agostino spiega che Maria concepì Cristo nel suo cuore, in virtù della fede, prima che nel suo grembo. Da quel momento in poi, tutto quel che è accaduto, compresa la visita e le reazioni dei pastori, lei ne "faceva tesoro", "meditandolo nel suo cuore", così che mentre i giorni e gli anni passavano, la sua fede cresceva, fino a divenire la fede matura della Chiesa: la fede che confessa che Gesù è il Redentore e il Figlio unigenito del Padre. Dapprima, questa fede esisteva solamente nel suo cuore, ma dopo la risurrezione Maria accompagnò la crescita di questa stessa fede nel cuore degli apostoli. Ella non solo è la Madre di Dio, ma è anche la madre della nostra fede. Catechesi. Gli angeli la invocarono nel canto, ma, duemila anni dopo, la pace sulla terra sembra sfuggente come non mai. Non è mero tentativo umano, ma immagine e frutto della pace di Cristo, Principe della Pace. Tuttavia, non può essere conseguita senza intenti di reale buona volontà e sentimenti di altruismo da parte nostra (CCC 2302-17). Altri temi attinenti a questa giornata possono essere il ruolo di Maria nell'economia della salvezza (CCC 484-511), o il nome e i "titoli" di Gesù (CCC 430-51). SUGGERIMENTI PASTORALI Al battesimo che, dopo Cristo è il rito che c'incorpora nel popolo di Dio, riceviamo pure il nostro nome - un "nome cristiano". Questo non significa che dobbiamo avere una "personalità divisa" - ora del mondo, ora cristiani - ma essere uomini e donne la cui intera vita è sequela di Cristo e condivisione di lui con gli altri. Vuol dire pure che non dobbiamo vivere per noi stessi, ma per gli altri: e questo è l'unico modo totalmente umano di vivere. Non è qualcosa che possiamo realizzare da soli. Tutto il tempo, tutta la vita appartengono a Dio e sono sotto la sua prudente guida. Senza sminuire nessuno dei "propositi per il nuovo anno" (né l'importanza di mantenerli davvero!), il successo di questo anno non giungerà dai nostri sforzi, ma in ultima analisi da Dio: "abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto". Per di più, questo non ci esenta dal dovere di cooperare con la sua grazia. Le buone intenzioni, o le decisioni definitive, da sé non realizzano l'opera. Se prendiamo seriamente l'impegno di migliorare la nostra vita cristiana (o qualsiasi altra cosa), questa decisione deve essere effettiva, e per essere tale deve avere un tempo e un luogo, e talvolta un volto (sarò più paziente - bene, ma con chi in particolare?). Le buone abitudini sono abbastanza difficili da formare; se non si sa da dove, da quando e come inizare a metterle in pratica, possiamo scordarcele, non se ne farà niente. Ciascuno di noi può pensare a qualcosa, anche una sola, che lo rende meno degno come figlio di Dio; decidiamo, dunque, un qualche cambiamento che possa aiutarci a porvi rimedio. Inaugurando questo anno nuovo, non possiamo far nulla di meglio che consacrarlo a Maria che, come madre di Dio e madre della nostra fede, può certo aiutarci a far crescere la nostra fede in lui. Non ci sarebbe forse decisione più fruttifera che potremmo fare per quest'anno che quella di non lasciar passare neppure un giorno senza trascorrere qualche momento in sua compagnia. Ciò ci porterebbe definitivamente più vicini a suo Figlio. Andando al sodo: dove e quando? Decidiamoci oggi. |